Omicidio Vannini, pg e genitori in Cassazione: “I Ciontoli mentono. Hanno obbedito al capo famiglia”
Omicidio Vannini, da pg e genitori in Cassazione una sola voce: «I Ciontoli mentono. Hanno obbedito al capo famiglia». Anzi, di più. «I Ciontoli hanno sempre mentito, continuano a mentire e non si vogliono prendere le loro responsabilità». Al di là della verità giudiziaria, che la sentenza della Cassazione ha il compito di accreditare in via definitiva, i genitori di Marco Vannini, Marina Conte e Valerio Vannini, non hanno dubbi su dato centrale del dibattimento in corso. E lo affermano, una volta di più, parlando fuori dalla Suprema Corte, dove oggi si apre il processo per la morte del 19enne di Cerveteri, ucciso il 17 e il 18 maggio 2015 mentre era a casa della fidanzata a Ladispoli, sul litorale romano. «Sono stati in silenzio sei anni e a ridosso della Cassazione si mettono a parlare sui social – aggiungono il papa e la mamma di Marco –. Forse sperano di incidere sulla decisione. Ma crediamo che i giudici ormai abbiano ben chiaro tutto quello che è successo: anche perché parlano le carte»…
Omicidio Vannini in Cassazione, il pg e i genitori di Marco: «I Ciontoli hanno sempre mentito»
Dunque, la famosa Piazza Cavour di Roma torna al centro dell’attenzione giuridica e mediatica. I giardini di fronte alla Cassazione, questa mattina, sono stati affollati dai familiari e dagli amici della famiglia Vannini, che hanno fatto sentire la loro presenza anche esponendo striscioni con cui sono tornati a chiedere “Giustizia e verità per Marco”. Stavolta, però, per la prima volta, davanti alle scalinate hanno fatto la loro timida apparizione anche alcune persone a sostegno dei Ciontoli. E che hanno mostrato il “loro” striscione con scritto “Federico è innocente”.
Omicidio Vannini, Cassazione: il pg in udienza chiede la conferma delle condanne
Al di là di quella che sarà la sentenza tanto attesa, una cosa sembra essere certa. E sentirla ribadire non solo dai genitori della vittima, ma dal sostituto procuratore generale della Cassazione, Olga Mignolo, in udienza, rinvigorisce indignazione. Rabbia e orrore per quanto accaduto al giovane Marco. «In questa vicenda tutti gli imputati hanno mentito», ha asserito in udienza la Mignolo. Che poi ha proseguito dicendo: «L’unico, a parte la famiglia Ciontoli, che poteva riferire come erano andati i fatti, era Marco Vannini. Ecco perché la sua morte era preferibile per Antonio Ciontoli. Allo scopo di evitare conseguenze negative per lui e la sua famiglia».
Ossia, 14 anni per Antonio Ciontoli e 9 anni e 4 mesi per i due figli e la moglie di Ciontoli
Dunque, il pg, davanti alla Quinta sezione penale di Piazza Cavour, ha chiesto di confermare la condanna, dell’Appello bis dello scorso 30 settembre a 14 anni per Antonio Ciontoli (per omicidio volontario con dolo eventuale). E a 9 anni e 4 mesi per i due figli di Ciontoli, Martina e Federico e la moglie Maria Pezzillo per concorso in omicidio volontario anomalo. Il sostituto procuratore generale ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso di Antonio Ciontoli e il rigetto dei ricorsi dei tre familiari. Per questi ultimi il pg ha formulato un’ipotesi di attenuazione della pena, spiegando che agirono su indicazione del capo famiglia.
Omicidio Vannini in Cassazione, pg in udienza: «Incontestabile: hanno obbedito al capo famiglia»
«È incontestabile l’accettazione da parte di tutti gli imputati della condotta del capo famiglia – ha aggiunto il pg –. Vannini, ferito, restò affidato alle cure dei Ciontoli, che avevano un obbligo di protezione verso di lui. Gli imputati erano gli unici che avrebbero potuto impedirne la morte». Ora la parola passa ai togati della Cassazione. Ma mamma Marina, di dichiara abbastanza serena: Marco – ha confidato – mi ha detto di stare tranquilla e che andrà tutto bene»...