Origine del virus e laboratorio di Wuhan: un rebus irrisolto. Bomba di Fauci, la Cina urla al complotto
Ancora dubbi. Sospetti. Indiscrezioni: il virus del Covid “sfuggito” da un laboratorio di Wuhan? La ricerca delle origini del ceppo virale che ha contagiato il mondo continua a nutrirsi di ipotesi che alimentano ambiguità e diffidenza. Con il cono d’ombra addensato sul laboratorio cinese, quello della città di Wuhan da cui tutto è partito che si estende ad ogni nuova indagine. A partire da quella accreditata nelle ultime ore dall’informazione diffusa dal Wall Street Journal che, partendo da un report dell’intelligence Usa, inizialmente secretato, ha riacceso i riflettori sul dibattito relativo all’origine del coronavirus Sars-CoV-2. E riportato in primo piano la città cinese considerata l’epicentro della pandemia.
Origine del virus, tre virologi di Wuhan con sintomi da Covid o influenza nel 2019
Una indiscrezione giornalistica, quella che arriva da oltreoceano, secondo cui, «tre ricercatori dell’Istituto di virologia di Wuhan si sono ammalati a novembre 2019, al punto da richiedere assistenza ospedaliera». Una ricostruzione che potrebbe dare ulteriore voce «alle richieste sempre più pressanti per un’inchiesta completa» sull’ipotesi «che il virus responsabile di Covid-19 possa essere uscito dal laboratorio», si legge non a caso nell’articolo pubblicato in esclusiva dal quotidiano americano. E che oggi Francesco Zambon, ex ricercatore dell’Oms, ai microfoni di Un giorno da pecora su Rai Radio1 ha rilanciato, asserendo: «Direi che è un’ipotesi ancora assolutamente plausibile».
Origine del virus e laboratorio di Wuhan, la teoria di Zambon
Anzi, di più: «Non è un’ipotesi scartata dall’Oms – chiarisce Zambon – è una delle quattro che rimangono ancora in campo». Eppure, dopo l’ultima missione in Cina, questa ricostruzione viene considerata dall’Oms «altamente improbabile», anche se non esclusa. Del resto, «sappiamo che a Wuhan ci sono molti laboratori che studiano anche i Coronavirus». Insomma, per il ricercatore «la teoria più plausibile resta quella di uno spillover dal pipistrello verso un animale intermedio che è arrivato fino a noi. E non è l’ipotesi che ci lascia più tranquilli, anzi paradossalmente ci lascerebbe più tranquilli sapere che è un virus uscito da un laboratorio perché di virus pronti a fare l’assalto all’uomo con lo spillover ce ne sono tantissimi. Soprattutto di Coronavirus».
L’inchiesta del WSJ e il report dell’intelligence Usa
Dunque, tornando al punto, il Wsj fa riferimento a un documento che sarebbe stato redatto «negli ultimi giorni dell’amministrazione Trump». Secondo il report «diversi ricercatori del laboratorio, un centro per lo studio dei coronavirus e altri patogeni, si sono ammalati nell’autunno 2019 “con sintomi coerenti sia con il Covid-19 che con una comune infezione stagionale”». Eppure, i dettagli relativi al «numero di ricercatori, il periodo di malattia e le visite a cui si sono sottoposti in ospedale», arrivano alla vigilia di un meeting dell’Organizzazione mondiale della sanità, «che dovrebbe discutere la prossima fase di un’indagine sulle origini del Covid-19».
Origine del virus nel laboratorio di Wuhan, il caso dei 3 ricercatori: prove e dubbi
Peraltro, come riferisce l’Adnkronos a riguardo, nell’articolo si sottolinea che negli ambienti dell’intelligence non c’è una posizione unanime relativa all’affidabilità del report. Una persona, in particolare, ha riferito che il documento sarebbe stato fornito da un partner internazionale. E sarebbe «potenzialmente significativo – si legge sul giornale – ma sarebbero necessarie ulteriori verifiche e conferme supplementari». Di contro, per un altro soggetto interpellato, il documento è «solido e l’informazione ottenuta da fonti diverse, di qualità eccelsa. Molto precisa. Non diceva in maniera esatta di cosa si siano ammalati», in riferimento ai ricercatori.
La Cina smentisce e urla al complotto
La Cina, naturalmente, smentisce la testata americana e urla al complotto. Tanto che, il cinese Global Times si è spinto a parlare di «menzogna assoluta». Citando il direttore dell’istituto di Wuhan, Yuan Zhiming. Mentre il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, in conferenza stampa ha parlato di «rapporto non veritiero». Secondo il gigante asiatico, infatti, si tratterebbe solo di teorie del complotto messe in atto per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla gestione americana della pandemia. Ma ora l’Oms è pronta a mettere a disposizione risorse aggiuntive, se utili a fare chiarezza.
La bomba di Fauci: «Non è convinto» che il virus si sia sviluppato naturalmente
Insomma, tra denunce e smentite. Accuse e recriminazioni, tutto induce a nuovi approfondimenti sul tema. Al punto che, Anthony Fauci ancora oggi è tornato a ribadire la necessità di un’indagine sulle origini del coronavirus affermando di «non essere convinto» che si sia sviluppato naturalmente. E così, rispondendo ad una domanda durante un’intervista televisiva, il direttore del National Institute of Allergy and Infectious ha detto di credere che «dobbiamo continuare ad indagare su quello che è successo in Cina, fino a quando potremo scoprire, al meglio delle nostre capacità, quanto è accaduto».
Servono nuove indagini: il mistero resta aperto a nuove inchieste
«Certamente – incalza quindi Fauci – le persone che hanno indagato dicono che probabilmente è emerso da una riserva di animali e poi ha infettato gli individui. Ma potrebbe anche essere qualcosa di diverso. E dobbiamo scoprirlo. Questa è la ragione – ha concluso l’esperto – per cui io dico di essere assolutamente in favore di ogni inchiesta sull’origine del virus». Un’inchiesta, dunque, ancora aperta.