Sallusti lancia il sasso: Salvini troppo spesso ad Arcore da Berlusconi, Meloni stia attenta…
Secondo Alessandro Sallusti, sempre bene informato direttore di Libero, si sta determinando l’asse Salvini-Berlusconi per ridimensionare l’alleata Giorgia Meloni. Un’alleanza che uscirà allo scoperto quando bisognerà votare il successore di Mattarella. E che potrebbe avere il suo peso anche nella scelta – non ancora ufficializzata – dei candidati sindaci a Roma e Milano.
Sallusti: Salvini capita ad Arcore più spesso di quanto si sappia
La novità è che il rapporto tra Salvini e Berlusconi – scrive Sallusti – “non è mai stato così intenso, diretto e sincero. Sono finiti i tempi in cui Salvini, alleato di Di Maio e proiettato verso fantastici orizzonti evaporati all’alba, snobbava il Cavaliere e a fatica gli rispondeva al telefono, non prima della terza chiamata. Il Salvini di oggi è politicamente più maturo e tondo. Ha capito che, pur bravo che sia, per governare gli servono alleanze – non mi riferisco solo a quelle elettorali – e così ad Arcore, dove capita più spesso di quanto poi si sappia, non è più un estraneo e neppure un ospite svogliato e sopportato”.
Il capo della Lega spaventato dai sondaggi
Il capo della Lega avrebbe scelto questa nuova strategia perché spaventato dai sondaggi che vedono il partito di Giorgia Meloni in crescita costante. “È normale che, quando si è in tre su una stessa barca, la rotta venga decisa da due contro uno. Negli ultimi tre anni l’asse portante della coalizione – per affinità politiche ma anche generazionali – è stato quello tra Salvini e la Meloni, che avevano come obiettivo liberarsi dell’ingombrante e pluriventennale egemonia elettorale di Berlusconi. Missione compiuta, ma ora che i due vincitori si trovano più o meno alla pari, si rischia lo stallo”. Insomma, tirando le somme, se la Lega si sposta al centro Meloni resta “isolata” a destra.
La partita si gioca più al centro che a destra
Peccato che il quadro politico dica tutt’altro: che Forza Italia è un partito allo sbando, dove non c’è nessuno che possa raccogliere l’eredità di Berlusconi e che il cosiddetto centro è affollato di soggetti politici, vecchi e nuovi, che si contendono un elettorato mutevole e tutt’altro che fedele. La partita si gioca più a destra che al centro e lì è indubbio che vi sia una visione comune tra Salvini e Meloni i quali sanno che, se litigano, il vantaggio va alle altre pedine in gioco e non certo a loro.