Selvaggia Lucarelli attacca la Meloni e fa una figuraccia. Alba Parietti: «Solidale con Giorgia»

14 Mag 2021 15:48 - di Carlo Marini
lucarelli meloni

Selvaggia Lucarelli ha scritto l’ennesima fesseria contro Giorgia Meloni. Non è la prima, non sarà l’ultima. Stavolta, però, ha addirittura speculato squallidamente su un dramma come quello dell’aborto.

La blogger di Civitavecchia ha estrapolato un passaggio del libro della leader di Fratelli d’Italia, in cui la Meloni dice che non sarebbe mai dovuta nascere, perché sua madre, quando rimase incinta di lei, pensò seriamente di abortire, cambiando idea all’ultimo per poi portare avanti la gravidanza.

L’articolo spazzatura sul sito che vorrebbe volare alto

Forte della sua formazione giuridica costruita su Wikipedia, la Lucarelli ha quindi sentenziato che la Meloni avrebbe mentito. Lo ha fatto con un articolo su The Post Internazionale.

«Nel 1976 l’aborto era illegale. Non funzionava così. Hai mentito tu o tua madre?», ha scritto la Lucarelli. E ancora: ««C’è solo un problema in questo racconto scritto con quell’impellente bisogno di verità che Giorgia Meloni si porta dentro: e cioè che quando la madre di Giorgia Meloni era incinta di Giorgia Meloni la legge sull’aborto non esisteva».

Oggi è arrivata la replica dell’avvocato Sara Kelany sul sito La Voce del Patriota. “È dal febbraio del 1975 che l’aborto non è più un reato. La Corte Costituzionale, con la Sentenza 27/1975, aveva espressamente sancito che non potessero andare incontro a conseguenze penali coloro che procuravano l’aborto e le donne che vi consentivano”. Quindi, non era reato, non lo era più da tempo.

La Lucarelli sulla Meloni dice il falso

“Ma il problema non è tanto l’affermazione patentemente falsa – ha proseguito l’avvocato Kelany – né l’incapacità di certa sedicente stampa di reperire fonti elementari e basiche, perché evidenze di incapacità la Selvaggia nazionale ce ne ha già date a sufficienza. La cosa miserevole è che ancora una volta, pur di rovistare nel torbido consenso del web come un accattone nei cassonetti, si è speculato sui sentimenti più profondi, spettegolando come volgari viperette di rione su fatti che hanno oggettivamente una poderosa portata emotiva per chi li vive e ne scrive”.

E pensare che i fondatori del sito dove appare l’articolo della Lucarelli, (tra i proprietari figurano gli eredi di firme note del giornalismo come  i figli di Enrico Mentana e di Gad Lerner) avevano presentato Tpi come un progetto ambizioso, che avrebbe volato “alto”. A Prima Comunicazione avevano anche delineato il loro target: “Il pubblico a cui si rivolge TPI ha un’età tra i 18 e i 35 anni, un livello socioculturale medio-alto, una forte presenza femminile”. Chissà se il target di Tpi avrà apprezzato anche l’articolo “rasoterra” contro la Meloni.

Tra le tante persone indignate dall’articolo della Lucarelli, anche Alba Parietti, che ha manifestato il suo disgusto sui Social. La soubrette torinese, fieramente di sinistra, ha scritto un post molto sentito in difesa della Meloni.

Alba Parietti

Il post su Instagram di Alba Parietti

“Personalmente – scrive tra l’altro la Parietti – non ho mai condiviso il pensiero politico della Meloni, ma se una persona mi racconta la sua storia personale, la storia dolorosa della sua vita e di quella di sua madre, io ascolto e non mi permetto di sparare sentenze come se fossi uno sceriffo o come se fossi giustiziere”.

“Trovo che mettere in dubbio ciò che dice la Meloni sul racconto fatto della propria madre sia un pretesto, tanto per cambiare per attaccare una persona su un piano personale. Io non voto la Meloni, ma rispetto le persone. Il fatto che fosse o no illegale non ha nulla a che vedere con la veridicità del racconto. La presa in giro che riguarda appunto la scelta di abortire o meno, non può che essere una scelta dolorosissima, così come probabilmente è stato difficile per molte. In quegli anni difficilissimi portare a termine una gravidanza. La Lucarelli ci ha raccontato spesso i fatti suoi, aborto compreso, che ripeto non è raccontabile o vero se legale o meno, ma una scelta tragica. Degna di rispetto qualunque essa sia”.

Rispetto che la Lucarelli ignora. Ma quello non si trova su Wikipedia.

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