Servizi, tra Draghi e Conte telefonata di fuoco. “Non puoi farmi questo”. “E invece è cosa fatta”
Il cambio al vertice dei Servizi deciso da Mario Draghi giorni fa ha provocato una crisi di nervi a Giuseppe Conte. Il premier ha scelto l’ambasciatrice Elisabetta Belloni, 61 anni, come nuovo capo dei servizi segreti. E’ lei il nuovo direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) prima affidato al prefetto Gennaro Vecchione, gradito a Conte.
Servizi, Conte furioso per la destituzione di Vecchione
E l’avvocato di Volturara Appula non l’ha presa bene. E appena lo ha saputo ha investito Draghi con le sue lamentele. La telefonata segreta la spiattella oggi in prima pagina Il Giornale. Conte avrebbe definito la mossa di Draghi un colpo basso, il presidente del Consiglio avrebbe replicao osservando che non si poteva più aspettare.
Draghi prima si era consultato con Di Maio
“D’altronde Draghi – scrive Il Giornale – dopo aver eliminato uno dopo l’altro l’intera schiera dei suoi uomini dalle stanze dei bottoni, gli ha tolto anche l’ultimo giocattolo, il più delicato, cioè la gestione dei servizi segreti. Eppure il presidente del Consiglio aveva cercato di usare tutto il tatto possibile. Dopo aver deciso l’avvicendamento, sostenuto pure dal Quirinale, si era persino consultato con Luigi Di Maio, che ha lavorato due anni con la Belloni alla Farnesina”.
Servizi, la telefonata di fuoco
E Di Maio avrebbe suggerito a Draghi di avvisare Giuseppe Conte dell’avvicendamento alla guida degli 007. “All’inizio, raccontano, Conte era raggiante, quasi emozionato. «Mario, che piacere sentirti, non sai quanto sia felice per questa telefonata». Poi però, quando ha capito l’argomento vero del colloquio, ha dato in escandescenze. «No, non puoi farlo, ripensaci». Draghi non ci ha ripensato. «Nulla di personale, io questo Vecchione non lo conosco nemmeno. Ma la scelta è presa». E a questo punto la conversazione pare sia degenerata. Conte ha alzato sempre di più la voce mentre Draghi ha mantenuto il suo aplomb. «Una discussione lunga e tesa», riferiscono fonti del M5s, durante la quale «Giuseppe ha espresso il suo disappunto». E la telefonata non è finita bene. Pazienza, si deve essere detto Draghi. Conte al contrario ha continuato a fumare di rabbia”.