“Spot porno con scene lesbo per sostenere il Ddl Zan”. Sgarbi si scaglia contro Dietorelle (video)
“La dolcezza non ha bisogno di zucchero ha bisogno di coraggio”, è il messaggio, sulle note di una versione del celebre brano di Consuelo Velázquez, Besame mucho, che chiude lo spot delle Dietorelle su cui si abbatte la critica di Vittorio Sgarbi. “Pornografia in favore del Ddl Zan”, tuona il parlamentare.
Le immagini della pubblicità aiuteranno il Ddl Zan?
Più che alla linea da salvaguardare, utilizzando caramelle senza zucchero ma con dolcificante, quella della Sperlari, proprietaria dei marchi Dietor e Dietorelle, sembra essere un’operazione improntata al “politicamente corretto” che anima la campagna politica in favore del Ddl Zan. L’obiettivo, attraverso le immagini due due ragazzini che si chiudono in stanza per limonare mentre la mamma bacia un’altra donna in cucina, sembra essere quello di accodarsi al messaggio del libero amore contro qualcuno che invece lo impedirebbe. Ma quello che spicca è l’utilizzo di immagini forti, che a Vittorio Sgarbi, per esempio, non sono piaciute, al di là del loro impatto politicamente corretto. I ragazzini che si chiudono a chiave in camera, le due donne che si avvinghiano baciandosi in modo plateale come a dimostrare, ma non ce n’era bisogno, che lo possono fare.
Per Sgarbi lo spot delle Dietorelle è “pornografico”
“Primi effetti del cosiddetto Ddl Zan”, scrive Vittorio Sgarbi in post su Twitter dove pubblica lui stesso il video. “Guardate questo stucchevole spot di Dietorelle: immorale per i bambini. Siamo nel campo della pornografia. Cosa dice il garante per l’infanzia?”.
Fioccano i commenti di sostegno: “Infatti, l’altra sera, a cena con i miei figli, il più piccolo di 8 anni si è stupito in negativo a vedere in Tv una cosa del genere e in quella fascia oraria. Erano le 19!”, scrive una mamma. “Io sono rimasto scioccato quando ho visto questo spot. Ho una figlia di dieci anni ed anche le è rimasta sconvolta. Ma chi permette queste oscenità proibite e mai punite. Tanto ormai in Italia tutti possono fare ciò che gli pare”, le fa eco un papà.