Vietato ricordare le vittime delle stragi partigiane: la sceneggiata dell’Anpi a Dongo (video)
L’Anpi scende in piazza a Dongo contro chi voleva ricordare la strage dei partigiani contro 15 fascisti fucilati senza pietà. La memoria, anche per i morti, vale solo a senso unico. Ecco il motivo della manifestazione “No ai fascismi di ieri e di oggi” andata in scena ieri a Dongo in contemporanea con la commemorazione dei gerarchi fascisti fucilati il 28 aprile del 1945 dai partigiani.
L’Anpi prova a bloccare il ricordo delle vittime a Dongo
L’Anpi è scesa in piazza con cartelli e striscioni fronteggiando una settantina di persone che stavano ricordando quei morti. Al grido di “Bella ciao”, in piazza Paracchini a Dongo, i partigiani hanno cercato di bloccare la cerimonia organizzata dall’associazione Mario Nicollini di Como, autorizzata da Questura e Prefettura. Sulla ringhiera dove vennero fucilati i gerarchi, e che ancora reca i fori dei proiettili, i membri dell’associazione Nicollini hanno messo una rosa per ciascuno dei 15 fascisti uccisi, mentre una corona di alloro è stata posata nel lago, dove trovò la morte Marcello Petacci, fratello di Claretta. La cerimonia è durata pochi minuti, tra la caciara del centinaio di partigiani dell’Anpi.
Un rappresentante dell’associazione ha bollato quelli dell’Anpi come “balordi” per poi scandire i nomi dei fucilati. Per via della pandemia non è stata celebrata la messa, che dal 1984 era officiata dall’ex parroco don Luigi Barindelli, che ha stigmatizzato le continue contrapposizioni a più di 75 anni di distanza e ha augurato una riappacificazione del clima di tensione. I