5Stelle furiosi con il ministro Cingolani. “Ma quando lo sfiduciamo?”: lo sfogo nelle chat dei gruppi

3 Giu 2021 17:54 - di Redazione

Ma quando lo sfiduciamo? In casa 5Stelle cresce il malumore per il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Fortemente voluto da Beppe Grillo nel governo Draghi. Che avrebbe dovuto garantire il presidio green nella maggioranza extralarge del premier. E invece si sta dimostrando inadeguato. Anzi ‘pericoloso’ con le sue intemerate uscite su nucleare, cambiamento climatico e trivelle.

I 5Stelle in subbuglio contro Cingolani

Il nervosismo corre sulle chat parlamentari. Al punto che qualcuno, all’interno dei gruppi, secondo le ricostruzioni dell’Adnkronos, ipotizza apertamente la sfiducia per il ministro amico di Renzi. Il primo a processare il garante della ‘rivoluzione mite’ annunciata da Grillo, è Luigi Gallo. “Noi abbiamo chiesto il Mite”, si sarebbe sfogato l’ex presidente della commissione Cultura della Camera. “Ma che il ministro debba essere Cingolani non lo ha prescritto il medico”. Tanto vale uscire dal governo, ragiona la deputata Carmen Di Lauro. Dal momento che il Mite è il motivo per il quale il Movimento ha accettato di far parte di questa “particolarissima maggioranza”.

Sulle chat dei gruppi si ipotizza la sfiducia al ministro

Le scelte del ministro, che secondo il verde Bonelli sarebbe il primo ostacolo alla transizione ecologica, non vanno giù ai deputati 5Stelle.  Costretti  mandare giù bocconi troppo amari. “Ipotesi di mini-centrali atomiche come quella fatta in un’intervista dal ministro Cingolani non sono in campo. E non lo saranno finché c’è il Movimento 5 Stelle al governo del Paese”. Così in una nota dello scorso 20 maggio i deputati delle commissioni Ambiente e Attività produttive. La Senatrice Emma Pavanelli fa le pulci al decreto Semplificazioni e mette nero su bianco i ‘tradimenti’ di Cingolani. “Alcuni passaggi del decreto Semplificazioni sull’utilizzo dei rifiuti per produrre energia lasciano l’amaro in bocca e destano preoccupazione. Nei testi troviamo cose diverse rispetto a quanto pochi giorni fa il ministro Cingolani aveva assicurato ai parlamentari del Movimento 5 Stelle. E  cioè che non sarebbero stati previsti inceneritori. Né l’utilizzo di combustibile solido secondario. In quanto contrari alle direttive europee sull’economia circolare. E a quelle del Pnrr che impongono di ‘non recare danni'”.

Di Battista: con lui si torna a parlare di nucleare e trivelle

A dare il colpo di grazia Alessandro Di Battista. “Da quando c’è il Ministero si è tornato a parlare di nucleare. In barba al referendum popolare. Che due volte ha sancito il no. Da quando c’è il Ministero per la Transizione ecologica si parla di trivelle. Inceneritori. Nucleare e ponte sullo stretto. Era questa la Transizione ecologica dopo 100 giorni che ci aspettavamo?”, scrive Dibba sui social. Poi il consiglio-provocazione. “Ammettere di aver sbagliato. E iniziare a ragionare sull’uscita da questo governo devastante per il Paese e per il M5S è un ragionamento che i dirigenti del M5S dovrebbero iniziare a fare”.

Ipotesi di sfiducia e malumori, non solo sui temi ambientali, rischiano di mandare in tilt gli equilibri. E rafforzare l’ala non governativa nells schiere grilline. Lo sa bene anche Giuseppe Conte. Che continua sulla strada del compromesso per salvare il giocattolo. “Il disagio c’è, questo non si può nascondere. Ma noi vogliamo essere leali e costruttivi”.

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