Arriva la polizia a Milano: convegno non autorizzato. Si parlava di marocchinate e scatta la censura

12 Giu 2021 8:46 - di Francesco Severini
marocchinate

Vietato parlare delle marocchinate a Milano.  Si preferisce il silenzio, come avviene da oltre mezzo secolo, sugli stupri di gruppo, le uccisioni, i saccheggi e le violenze di ogni genere perpetrate dalle truppe coloniali francesi (Cef), aggregate agli Alleati, ai danni della popolazione italiana, in particolare contro le donne a partire dal luglio 1943. Non a caso l’immagine-simbolo di quello scempio è Sofia Loren, nei panni della madre disperata di una ragazzina stuprata dalle truppe marocchine nel film “La Ciociara”.

Il convegno di Milano sulle marocchinate vietato con la scusa del Covid

Ieri doveva svolgersi a Milano, nella sede del Municipio 2, guidato dal leghista Piscina, un convegno sul tema. Ma all’ultimo momento utile, quando c’erano già persone in sala, è arrivata la polizia per impedire l’incontro, con la scusa delle norme anti Covid che sarebbero state violate. Tra i relatori previsti ci sarebbero dovuti essere Emiliano Ciotti, presidente dell’Associazione Nazionale delle vittime delle marocchinate, la scrittrice Alessandra Colla e Lorenzo Cafarchio, in rappresentanza della casa editrice Edizioni Altaforte, vicina a CasaPound.

Sala: incontro provocatorio e razzista

Ma l’intervento delle forze dell’ordine, che ricorda le manifestazioni che venivano vietate all’ultimo momento negli anni Settanta, non si giustifica col Covid ma con la censura politica. Anche il sindaco sala era sceso in campo, in mattinata, contro il convegno.  «Ho scoperto – scriveva su Facebook – in queste ore che il Municipio 2, il cui Presidente è il leghista Samuele Piscina, ha avviato una collaborazione e accordato l’uso del logo del Municipio e del Comune di Milano ad un incontro pubblico inutilmente provocatorio in cui si parla di violenze nel corso della seconda guerra mondiale. La storia è una cosa seria: usarla per provocazioni dal sapore di razzismo (non a caso, partecipa una casa editrice vicina a Casapound) è una cosa che Milano e i milanesi non possono accettare. I nostri uffici stanno verificando tutti gli aspetti formali del procedimento», ha scritto.

L’Anpi: convegno xenofobo e discriminatorio

Il presidente dell’Anpi di Milano, Roberto Cenati, ha definito il titolo del convegno «apertamente xenofobo e discriminatorio». Il presidente del Municipio 2, Piscina, ha rispedito le accuse al mittente: «Come al solito alla sinistra piace una sola e unica storia: quella che nasconde i soprusi e le violenze di una parte politica». Lorenzo Cafarchio ha definito le polemiche «pretestuose». «Durante il convegno avremmo parlato di fatti realmente accaduti, violenze subite da migliaia e migliaia di persone, come è ampiamente documentato, malgrado non se ne parli mai. La presenza della casa editrice Edizioni Altaforte non dovrebbe suscitare polemiche. Il problema è semmai l’opposto: perché solo la nostra casa editrice si interessa di fare luce su una vicenda della nostra storia?».

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