Borgonovo contro Murgia e Giannini: «Non mi piace la Zan, subisco il processo come omofobo» (video)
Ennesimo botta e risposta tra gli ospiti in studio sul Ddl Zan, da Lilli Gruber, a “Otto e mezzo“, sulla Sette. Il vicedirettore della Verità, Francesco Borgonovo da una parte, il direttore di Repubblica Massimo Giannini e la scrittrice sarda Michela Murgia dall’altra. Al termine della puntata, tra scambi di accuse e ironie, arriva la chiosa di Lilli Gruber: “Pace e bene per tutti…”.
Il duello tra Borgonovo, Giannini e Murgia sulla Zan
Sulla posizione di Draghi rispetto al Ddl Zan, Borgonovo spiega che è stata una dichiarazione pilatesca, “ha detto tutto e il contrario di tutto” con quelle parole sullo “Stato laico” e sul “Parlamento è libero di discutere, non siamo in uno Stato confessionale”. Borgonovo accusa la sinistra e i media di criminalizzare chi non condivide la legge. “Lo stesso Zan ha accusato chi non sostiene la sua legge di essere omofobo, questo è inammissibile. Sarò libero di dire che non sono d’accordo con gli uomini che partoriscono?”. E Giannini: “Ma la legge Zan non parla di questo…”. E Borgonovo: “Ma lascia ai giudici la discrezionalità di punire che dice cose che alcune organizzazioni ritengono offensive…”. La Murgia se la cava con la solita retorica: “La legge istituisce che quella omofobica, transfobica verso le persone disabili e le donne perché tratta anche di misoginia venga trattata come una discriminazione. Quello che non si vuole che venga scritto è che queste categorie subiscono delle discriminazioni c’è tutta una parte di mondo che dice che non è vero e che non si verifica. Nel momento in cui si nega il fenomeno non si vuole che esista una legge che il fenomeno lo certifica. Quando dicono che vogliono modificare il testo in realtà vogliono fermare la legge”. E accusa la Chiesa…
La legge che si accavalla ad altre leggi…
Borgonovo replica ancora: “Le leggi per punire le discriminazioni già esistono. Il problema è l’introduzione all’identità di genere che di fatto cancella la differenza sessuale e istituisce una fluidità molto problematica a livello legislativo. È ridicolo anche a livello di scrittura che le donne siano equiparate alla minoranza perché non sono una minoranza. In più è una copertura anche un po’ offensiva che siano inseriti i disabili che sono stati messi per coprire e dire: ci sono i disabili non potete non votarla. Non è attraverso le leggi che elimini i sentimenti d’odio”.