Brusca “il porco” torna in libertà. Indignazione corale. Meloni: una vergogna per l’Italia
Il pentito Giovanni Brusca, l’ex boss di San Giuseppe Jato, lascia il carcere. Ha finito di scontare la pena e da oggi l’ex killer di Cosa nostra che il 23 maggio 1992 azionò il telecomando per la strage di Capaci, è un uomo libero. Brusca è anche il mandante dell’omicidio del dodicenne Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido per punire il padre Santino che si era pentito. Nel pomeriggio di lunedì 31 maggio, come ha scritto l’Espresso on line, “u verru” (il porco) come era soprannominato negli ambienti mafiosi ha lasciato il carcere di Rebibbia.
Libero per gli sconti di pena destinati ai collaboratori di giustizia
Brusca è stato scarcerato per effetto della della legge del 13 febbraio del 2001 grazie alla quale per lo Stato italiano ha finito di scontare la propria pena detentiva. Avendo scelto di collaborare con la giustizia ha ottenuto gli sconti di pena previsti dalla legge.
Giovanni Brusca, 64 anni, due anni fa aveva chiesto la scarcerazione ma la Cassazione disse di no. Era il 19 ottobre del 2019, quando i giudici con l’ermellino bocciarono la richiesta dei legali del killer di Giovanni Falcone che voleva usufruire degli arresti domiciliari. La Cassazione aveva respinto l’istanza dei legali per ottenere gli arresti domiciliari.
Brusca libero: Maria Falcone chiede che almeno non possa godere di ricchezze sporche di sangue
Maria Falcone, sorella del giudice assassinato, fa notare che la stessa magistratura in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle rivelazioni di Brusca, soprattutto quelle relative al patrimonio che, probabilmente, non è stato tutto confiscato. “Non è più il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si è macchiato di crimini orribili possa tornare libero a godere di ricchezze sporche di sangue”.
Brusca libero, Meloni: una sconfitta per tutti, una vergogna per l’Italia
Numerose le reazioni indignate alla notizia della liberazione di Brusca, moltissime le voci che parlano di “vergogna di Stato”. Tra queste quella di Giorgia Meloni: “Il boss di Cosa Nostra Giovanni Brusca – ha detto Giorgia Meloni – lo ‘scannacristiani’ che ha commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti’, ha fatto saltare in aria il giudice Falcone e la sua scorta e ha ordinato di strangolare e sciogliere nell’acido il piccolo Di Matteo – è tornato libero. È una notizia che lascia senza fiato e fa venire i brividi. L’idea che un personaggio del genere sia di nuovo in libertà è inaccettabile, è un affronto per le vittime, per i caduti contro la mafia e per tutti i servitori dello Stato che ogni giorno sono in prima linea contro la criminalità organizzata. 25 anni di carcere sono troppo pochi per quello che ha fatto. È una sconfitta per tutti, una vergogna per l’Italia intera”.
L’autista di Falcone: dovevano buttare le chiavi
Indignata la vedova del caposcorta di Falcone: “Lo Stato ci rema contro”. E anche l’autista di Falcone parla di vergogna e commenta: “Dovevano buttare le chiavi”. Si dice sconvolta Rita Dalla Chiesa: “La scarcerazione di Giovanni Brusca è una vergogna di Stato. Sono sconvolta per quanto accaduto. Non mi aspettavo l’ennesima vergogna della giustizia in Italia”. E Matteo Salvini tira le somme: “Non è la giustizia che meritano gli italiani”.