Cerca immigrati in mare, canta Bella Ciao e odia Salvini: la nuova Carola Rackete è Anabel Montes

18 Giu 2021 11:24 - di Lucio Meo

Carola Rackete tifava per i giudici italiani, Anabel Montes annunciava trionfante il rinvio a giudizio di Matteo Salvini per la vicenda della Open Arms, con hashtag #BellaCiao. Da una “pasionaria” all’altra, a pochi mesi di distanza dalle scorribande della “salvatrice” di migranti, assolta nonostante lo speronamento di una nave della Guardia costiera italiana. Anabela Montes, già star mediatica della sinistra europea, nei giorni scorsi ha ripetuto l’impresa, si fa per dire, e senza speronamento, della sua collega di Ong  ottenendo un “porto scuro” ad Agusta, in Sicilia,  alla guida della Geo Barents di Medici senza frontiere. “L’annuncio per lo sbarco è stato accolto dai 410 passeggeri esultanti (91 minori non accompagnati, 21 dei quali con un’età compresa tra i 13 e i 15 anni). Le scene sono state definite di festa e di sollievo. Dalla nave avevano comunicato alle autorità italiane, dopo il solito ‘niet’ di Malta, che tra i migranti c’erano anche persone con malattie croniche alle quali sarebbe servito subito accesso a strutture specializzate, due persone con difficoltà motorie a causa di disabilità o lesioni e una donna incinta”, racconta oggi “La Verità“.

Da Carola Rackete ad Anabel Montes

“Mi chiamo Anabel Montes Mier, conosciuta anche come Ani, bagnina spagnola con i capelli blu. Adesso sono sulla terraferma, ma per tutte queste anime in pericolo tornerò in mare”, ha dichiarato la paladina delle Ong in una recente intervista, dalla sua casa nelle Asturie, in Spagna. Nell’estate del 2017 la sua foto pubblicata da Repubblica con un bimbo piccolissimo in braccio appena salvato da un gommone che stava per affondare, fece il giro del mondo.

Nel 2019, il gip di Catania, dopo un anno di indagini, il Gip di Catania, accolse la richiesta di archiviazione fatta dalla Procura per l’inchiesta aperta in seguito allo sbarco, avvenuto il 17 marzo 2018 nel porto di Pozzallo, delle 218 persone che si trovavano a bordo della nave Open Arms, di cui Anabel Montes Mier era Capo Missione. I due erano accusati di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina. “L’obiettivo primario è quello di salvare i migranti e portarli in Italia, senza rispettare le norme, anzi violandole scientemente”, erA l’accusa rivolta alla ONG spagnola. Ma i presunti reati di Anabel, come quelli di Carola, non convincono i giudici italiani.

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