Conte a Napoli contestato dai dissidenti 5S: «No alleanze». E lui sprezzante: «Voci fuori dal coro»
Giuseppe Conte benedice la candidatura a sindaco di Napoli di Gaetano Manfredi. L’ex premier riparte con il “suo Movimento” dal capoluogo partenopeo zittendo i dissidenti del M5S napoletano che hanno annunciato la volontà di disconoscere l’accordo con il Pd. «Il Movimento è questo, è unito. Se qualcuno parla a titolo personale lo fa per una personale opinione, ma è una voce al di fuori del progetto Napoli», dice il futuro leader pentastellato che per appoggiare la candidatura di Manfredi schiera anche Luigi Di Maio e Roberto Fico. Poi aggiunge: «Le voci dissenzienti? Ci può stare, ci mancherebbe, non siamo una forza politica bolscevica. Ma è chiaro che il Movimento sposa questo progetto politico. Su Manfredi c’è la più ampia condivisione. Quando si è atterrati sul nome di Manfredi abbiamo pensato che fosse l’interprete giusto in termini di competenza».
Fronda del M5s contro il Pd
Alcuni attivisti storici del Movimento 5 Stelle napoletano, guidati dai consiglieri comunali Matteo Brambilla e Marta Matano e dalla consigliera regionale Maria Muscarà, si sono detti contrari all’alleanza con il Partito democratico e il sostegno alla candidatura di Manfredi. E hanno annunciato l’intenzione di formare una lista e presentare una candidatura a sindaco autonoma, intendendo così proseguire sulla strada del Movimento 5 Stelle delle origini.
Conte, Di Maio e Fico contestati da attivisti 5S
I malumori sono forti. Tant’è che Conte e gli altri big dei 5S sono stati contestati da un gruppo di attivisti contrari all’alleanza con il Pd e da un gruppo di disoccupati. Davanti all’hotel dove sono si svolge la conferenza stampa gli attivisti grillini hanno esposto uno striscione con la scritta: “No alleanze”. I manifestanti, come riporta ildesk.it, si definiscono non dissidenti ma resistenti ai principi del Movimento. «Era nei principi del Movimento – spiega Mina Nocera, attivista dal 2012 a ildesk.it– non allearsi con i partiti che hanno distrutto l’economia italiana. Ora è tutto cambiato, sono stati fatti quesiti sulla piattaforma Rousseau per le alleanze non corretti, che puntavano sulla buona fede degli attivisti ma i vertici non hanno mai avuto deleghe in bianco, sempre relative al momento».
«A Napoli non c’è stata condivisione»
L’attivista spiega ancora a ildesk.it: «Quindi ogni decisione andrebbe condivisa e sull’alleanza a Napoli non c’è stata condivisione. Non ci siamo potuti esprimere dopo dieci anni di lavoro sul territorio per far capire alla gente che doveva avvicinarsi alla cultura politica. Ci siamo sentiti traditi, offesi e usati sui territori per propagandare questi valori. Siamo stati usati e ci sentiamo di aver tradito il popolo. Il candidato deve uscire dai meetup che devono scegliere il candidato sindaco». Inoltre la conferenza stampa dei leader nazionali pentastellati è stata disertata dalla consigliera regionale Maria Muscarà e dal consigliere comunale Matteo Brambilla entrambi sostenitori degli attivisti resistenti.