Conte dà forfait all’ambasciatore cinese. Grillo invece va. Di Maio, se ci sei batti un colpo
Per un Conte che dà forfait, c’è un Grillo che conferma. Meglio così. Chissà perché, ma la notizia della strana coppia in missione all’ambasciata cinese ci ha subito ricordato Totò e Peppino a Milano, mentre chiedono informazioni a un ghisa scambiato per un «generale austriaco». Ricordate? Noio volevan savuar… e giù risate a non finire. Ora che cosa mai avrebbero voluto savuar (sapere) l’ex-premier e l’ex-comico dall’ambasciatore del Dragone resta un mistero. Pure Di Pietro, che dei grillini è una sorta di antenato, stava lì lì per calare un perentorio «e che c’azzecca?». Certo, in politica le relazioni internazionali hanno il loro peso. Anche questo impararono Totò e Peppino nella trasferta milanese, venendo a loro volta scambiati per impresari sudamericani. «Mi ha parlato molto bene di voi il vice-console del Paraguay», ammiccò la presunta Malafemmena.
Conte dà forfait all’ambasciatore di Pechino
E anche di Conte, a ben guardare, non è che poi parlano male. Resta però da capire chi lo ha fermato sull’uscio dell’ambasciata. Gli indizi portano tutti alla Farnesina. Lì siede il prode Giggino, e Conte Grillo non lo avevano neppure consultato. E dire che con lui al seguito neanche avrebbero dovuto fare il pass in Via Bruxelles. Sapete? In Cina Di Maio è una figura semi-mitologica. La nomenclatura comunista ancora ricorda quando parlava con il lìder maximo Xi Jinping chiamandolo affettuosamente Ping. Con lui in delegazione non avrebbero davvero avuto bisogno di vice-consoli per presentarsi in ambasciata. Ora Grillo va addirittura da solo. E chissà quanto dovrà faticare senza l’apporto del number one della Farnesina.
Mentre il G7 lancia la sfida alla Cina
Fosse andato anche Conte, sarebbe stato uno spasso a immaginarli impegnati a farsi mettere a fuoco dal diplomatico. E pure a sentirli: «Noio saremm quell che two anni fa v’han fatt venir in Italy per presentar la Via della Set. T’arricuord?». Tutto vero. Ma allora Conte era premier e coordinava la politica del governo italiano. Ora è solo un in pectore. Attende che lo incoronino re dei 5Stelle, mentre l’altro ne è stato di fatto detronizzato. Di fatto due privati cittadini. Soprattutto Grillo, deciso ad omaggiare la Cina proprio mentre il G7 si accinge a sfidarla. Una scelta di tempo degna di un doppiaggio fuori sincrono. Decisamente meglio Totò e Peppino. Quanto meno, prima di chiedere informazioni al «generale austriaco», il problema internazionale se lo posero. E decidendo di farlo «tanto siamo alleati», lo risolsero pure.