Corsa al Campidoglio, Gualtieri ha paura di Michetti e Matone. E lancia accuse ridicole
Paradossale intervista di Roberto Gualtieri, candidato Pd a sindaco di Roma, ospite di ‘Start’ su Sky. La decisione unitaria del centrodestra deve far paura a lui e alla sinistra se è costretto a trincerarsi dietro considerazioni rabbiose e ridicole. Ticket Michetti-Matone? ”Si sono messi d’accordo dividendo le cariche, ma sindaco è uno. Colpisce che il centrosinistra fa le primarie mentre nel centrodestra decidono Salvini e Meloni. Hanno scelto queste figure, io non le conosco ma ho fatto loro l’in bocca al lupo ma i romani ricordano bene cosa pensa e cosa ha fatto su Roma la Lega di Salvini e i disastri della destra di Alemanno”.
Corsa al Campidoglio, Gualtieri lancia accuse ridicole al centrodestra
Gualtieri, un altro che non sa dove vive. Ossia, nel Pd. Sì, proprio quel Partito democratico talmente sereno da essere scisso in 11 correnti; che ha rifiutato di appoggiare Carlo Calenda, con cui litigs un giorno sì e l’altro pure: salvo accordarsi ipocritamente in sede di possibile ballottagio; un partito che sbandiera le primarie quando sa che il risultato è scontato. La “maschera” delle primarie non inganna più nessuno. Gualtieri pensa di prendere per fesso l’interlocutore e si mette a fare le pulci a casa altrui. Di quel centrodestra di cui oggi i commenti dei principali giornali salutano positivamente la soluzione unitaria. A Gualtieri e al Pd non sfuggono certo i sondaggi. “Gli ultimi sondaggi su Roma sono sul tavolo, alla riunione a Montecitorio- leggiamo sul Giornale. “Danno il centrodestra in vantaggio e i due candidati in lizza, Enrico Michetti e Simonetta Matone, sostanzialmente appaiati”.
I sondaggi danno vincente il centrodestrea e il Pd va ai matti
Dunque, la paura fa novanta se Gualtieri deve andare indietro nel tempo, chiamando in causa Gianni Alemanno per denigrare la coalizione del centrodestra. Piagnucola che si sono messi d’accordo dividendosi le cariche, Michetti e Matone. Lo capiamo, l’essere d’accordo non esiste nel vocabolario e nell’orizzonte mentale del Pd. Per cui l’ex ministro dell’Economia considera uin disvalore un accordo sostanziale che informa la decisione di Meloni,Salvini e Tajani. “Schelta valida”, scrive invece Senaldi su Libero. “C’è voluto del tempo, ma la scelta è valida, come dimostra il fatto che la sinistra ha già iniziato la sua campagna di fango contro i candidati”. Ha talmente ragione che proprio oggi il Fatto di Travaglio ha iniziato a sparare fiele per screditare il candidato sindaco Michetti.
L’unità del centrodestra contro l’ammucchiata giallorossa
“Al primo turno la coppia Michetti- Matone parte quattro punti avanti al candidato della sinistra”, precisa Senaldi . “Al ballottaggio se la gioca. Se sarà contro la Raggi, gli esperti dicono che le chance di vittoria sono di più. Alla fine la decisione salomonica è la più giusta. Due candidati è meglio che uno…”. Poi passa alla sgangherata sinistra che ha il coraggio di criticare. “E qui possiamo dire che due candidati, ossia il ticket di centrodestra, è meglio che tre: ovverosia la consueta ammucchiata giallorossa con aggiunta del dissidente di mezza sinistra” Una sintesi perfetta. “Già perché, prima di concentrarsi sugli attacchi a Michetti, il sinistro trio Gualtieri, Raggi e Calenda ha provveduto a una vicendevole delegittimazione. L’ex ministro Pd si candida contro la Raggi perché, sostiene lui, lei ha governato male… E’ vero. Ma l’economista dem arriva a rinnegare se stesso e contrappone una ricettache è l’opposto di quello che ha predicato per anni: aprire i cordoni della borsa, perché la capitale non è in rosso”.
Con quale coraggio…
“Infine Calenda, che si candida perché gli fanno schifo tutti tranne se stesso. Ha il merito di essere sceso in campo per primo e aver teso la mano al Pd, sfidandolo a candidarlo. Risposta: pesci in faccia. E infatti in agenzia se ne stanno già dicendo di ogni. E Gualtieri ha il coraggio di parlare del centrodestra? Soprattutto dopo la cattiva idea tattica di postare quella foto dei candidati alle primarie un po’ così… Meglio un basso profilo.