Covid, 495 contagi: i più bassi dal 18 agosto. Ma i virologi: «Poco indagata la variante Delta»
Sono stati 495 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore. Si tratta del dato più basso dal 18 agosto dello scorso anno. Numerosi territori, inoltre, hanno registrato zero contagi, dalle Regioni Marche, Molise e Valle d’Aosta fino a singole province. I morti sono stati, invece, 21, dunque in lieve aumento rispetto a ieri, quando erano stati 17. Il totale delle vittime arriva così a 127.291 da inizio pandemia. Benché i dati siano molto confortanti, però, resta alta l’attenzione sulla variante Delta, o indiana, rispetto alla quale numerosi virologi lamentano un ritardo del nostro Paese: il ministero della Salute solo oggi ha annunciato una «nuova indagine rapida sulle varianti». «Visto il contesto, per sapere se le nuove varianti fossero già in circolazione, non si sarebbe dovuto agire prima?», si è chiesto quindi il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli.
I ricoveri in costante calo
Resta stabile il tasso di positività, allo 0,6%. Continuano costantemente a diminuire, invece, i ricoveri. Nelle ultime 24 ore i nuovi ingressi nelle terapie intensive sono stati solo 9 e il bilancio complessivo rispetto a ieri è di 4 pazienti in meno in condizioni critiche. Il totale dei malati di Covid in rianimazione scende così a 385. Per quanto riguarda i ricoverati nei reparti Covid ordinari, poi, sono 54 in meno di ieri, per un totale di 2.390. I guariti nelle ultime 24 ore sono stati 11.320, che portano a 4.049.316 le persone che hanno superato la pandemia dall’inizio dell’emergenza.
Il ministero avvia una «indagine rapida» sulle varianti
Dunque, i numeri parlano di una situazione drasticamente alleggerita. Epperò a suscitare preoccupazione resta la variante Delta, nota anche come variante indiana. Il ministero della Sanità oggi ha reso noto di aver avviato una «nuova indagine rapida sulla diffusione in Italia delle principali varianti del coronavirus pandemico e di altri mutanti circolanti».
I virologi concordi: «Sulla variante Delta siamo in ritardo»
La notizia è stata accolta, però, dal parere pressoché unanime dei virologi secondo i quali l’Italia è in ritardo sul tema. «Se devo rispondere in modo franco e diretto, temo che la variante Delta in Italia non la si stia seguendo abbastanza, anche se la si sta seguendo», ha detto l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, ospite di Agorà su Rai 3. Dello stesso parere anche il collega, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, Massimo Andreoni, per il quale «dobbiamo tracciare e sequenziare e non lo stiamo facendo in modo metodico e su grande scala». Perfino il membro del Cts Fabio Ciciliano ha ammesso che «sequenziamo purtroppo da sempre molto poco, quindi le stime di circolazione della variante Delta che ci dicono una circolazione intorno all’1% sono molto verosimilmente una sottostima».
Rampelli: «Sulla variante Delta non si sarebbe dovuto agire prima?»
«Ci abbiamo messo settimane perché il governo Draghi arrivasse a una scelta di buon senso sull’eliminazione del coprifuoco. Non vorremmo che ciò che gli italiani hanno conquistato a piccoli passi venisse vanificato da un’improvvisa accelerazione della variante Delta dovuta a ritardi e superficialità», ha commentato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ricordando che gli italiani attendono la fine dell’obbligo delle mascherine. «Già dalla scorsa settimana ci sono stati casi in Italia, complici gli sbarchi irregolari di clandestini a Lampedusa. Solo oggi – ha proseguito l’esponente di FdI – apprendiamo che il ministero della Salute ha annunciato “un’indagine rapida sulle varianti” al fine di “stimare con maggiore precisione la diffusione della Delta”». «Visto il contesto – ha quindi concluso Rampelli – per sapere se le nuove varianti fossero già in circolazione, non si sarebbe dovuto agire prima?».