Ddl Zan, il Pd rifiuta il tavolo di confronto. Ma a sinistra mancherebbero 14 voti per il sì al testo
L’appello al dialogo sulla legge Zan arriva oltre che dal Vaticano anche dal centrodestra. Salvini afferma: se ognuno si chiude nel proprio recinto non si approva.
FdI, Ciriani: se ci sediamo a un tavolo una soluzione si trova
E Fratelli d’Italia, come spiega il capogruppo al Senato Ciriani, rilancia: “Sul ddl Zan la maggioranza è spaccata. Una soluzione è possibile se la sinistra rinuncia a fare di questa legge una bandiera ideologica. Se vogliamo sederci attorno a un tavolo e trovare una mediazione forse una soluzione si trova, ma se l’idea è quella che il Senato deve approvare in fotocopia quanto deciso dalla Camera dei deputati senza cambiare una virgola è inaccettabile”.
Il Pd si chiude a riccio
Enrico Letta e il Pd però si chiudono a riccio. E respingono l’offerta di un tavolo. A metà pomeriggio, una nota del Nazareno – che anticipa le dichiarazioni in chiaro del segretario Enrico Letta – definisce “strumentale” l’atteggiamento leghista e “altamente improbabile” un’intesa sul Ddl Zan. La strada dunque per i dem è l’aula con lo stesso testo già approvato alla Camera. “La strada maestra -dicono fonti del Nazareno- è approvare al Senato il testo così com’è uscito dalla Camera, senza modifiche, senza riaprire alcun fronte. Con i voti di Iv la maggioranza c’è”.
Allarme sul voto segreto
Infatti sulla carta i numeri ci sarebbero: Pd-M5S-Leu con Iv è la riproposizione della vecchia maggioranza. Franco Mirabelli, capogruppo Pd in commissione Giustizia, ne è convinto. “Italia Viva voterà il ddl. Lo ha anche detto Renzi oggi”. E parlando con l’Adnkronos smorza l’allarme, lanciato dallo stesso leader Iv, sui voti segreti: “Rischiano di perdere più voti gli altri che noi… C’è una parte significativa di Forza Italia, ma anche qualcuno della Lega, ad essere molto insofferente. Posizioni che non si esprimono in modo palese ma che potrebbero invece manifestarsi proprio nel voto segreto”.
I voti che mancherebbero all’appello
Tuttavia in ambienti parlamentari di palazzo Madama i conti che si fanno sono diversi: “Ci sarebbero almeno 6 franchi tiratori nel Pd e 8 in Iv”, si riferisce. In un’assemblea del gruppo del Senato con il segretario Letta a maggio alcuni rilievi erano emersi: le senatrici Valeria Fedeli e Valeria Valente e poi Andrea Marcucci, Stefano Collina, Mino Taricco tra i dubbiosi. Rilievi ascoltati da Letta che però aveva concluso la riunione ribadendo la linea del no alle modifiche, “il tempo per un terzo passaggio parlamentare non c’è”.
Un terzo passaggio parlamentare non è escluso
Al netto dei rumors su eventuali franchi tiratori, tuttavia, il rischio per il ddl Zan di un terzo passaggio parlamentare non è escluso, complici i voti segreti. “Appena arriviamo in aula, la Lega presenta una caterva di emendamenti, alcuni con voto segreto e basta una modifica, anche minima, e il ddl Zan torna alla Camera e poi lì chissà…”, si ragiona in Senato.
Letta: la Lega non è credibile quando parla di confronto
E Letta, parlando in un punto stampa a Milano, è netto: “Io penso che la Lega non sia credibile quando chiede tavoli e confronti, perché la Lega su questo tema ha semplicemente cercato di affossare tutto fin dall’inizio, di fare solo e soltanto ostruzionismo, ha solo tentato di distruggere l’idea stessa che ci fosse un provvedimento come quello. A me questa offerta da parte di Salvini non sembra tanto credibile. Io, come ha detto Draghi ieri, ritengo che il Parlamento sia responsabile”. Ed è lì che per il segretario dem ci si confronterà: “In questo momento la cosa migliore è andare in Parlamento e ognuno dirà la sua. La nostra è di approvarlo così com’è”.