Denise, Piera Maggio in tv tra le lacrime dopo la diffida a Quarto Grado: “Scempio sulle vittime”
Denise, Piera Maggio torna in tv e si congeda tra le lacrime. Dopo la diffida a Quarto Grado, ospite a Mattino 5, confessa: «Non sono Wonder Woman, ma una madre che soffre». Anche, leggiamo tra le righe delle sue dichiarazioni, per lo scempio che si continua a fare in qualche caso sul piccolo schermo contro le vittime di questa vicenda. Però no, oggi non è il giorno delle polemiche e delle recriminazioni. Delle offese e delle accuse velate. No: oggi per Piera Maggio è uno degli infiniti giorni di dolore e di pianto. Perché, come lei stessa ha ripetuto tante volte in tv e sui social, dove tutti da 17 anni a questa parte la definiscono una “leonessa”, lei non è Wonder Woman: è solo una mamma. Una madre a cui 17 anni fa hanno sequestrato una figlia, sparita nel nulla. Inghiottita nel buio di indagini che, tra illusioni e false speranza, bugie, silenzi e depistaggi, non hanno fatto luce sulla verità. E allora, quello che mamma Piera affida a Federica Panicucci e agli spettatori di Mattino 5 – in una sorta di pax augustea con la televisione, «dell’una e dell’altra parte», come ama ripetere indicando tra le righe i due poli mediatici di Rai e Mediaset, con la sola eccezione di Quarto Grado in onda su Rete 4 – è un saluto tra le lacrime.
Denise, Piera Maggio e quegli occhi rigati di pianto…
Lacrime a cui Piera Maggio si abbandona tra disillusione e rabbia, dolore e speranza. Dunque, è con gli occhi lucidi e lo sguardo velato dalle lacrime, che Piera Maggio si è raccontata a Federica Panicucci. Solo una madre, che confida il rimpianto di aver dovuto crescere il suo primogenito Kevin con il cuore spezzato per la scomparsa di Denise. «Si è parlato tanto di me e del mio dolore, ma a Kevin è stata strappata la sorellina, la compagna di giochi», ha sottolineato Piera. «Lui ha sofferto tanto questa situazione. Ho cercato di proteggerlo e in parte ci sono riuscita. Ma ha avuto una madre che ha dovuto lottare e forse ho tolto qualcosa a lui. Noi mamme siamo così, abbiamo sempre sensi di colpa. Ma Kevin è un ragazzo meraviglioso, ha compreso benissimo quello che è successo».
Piera Maggio e i 17anni senza Denise, con Kevin e il marito Piero
Ma Piera è anche una moglie, che è al fianco da anni di un uomo, Piero Pulizzi, che lei stessa ha ricordato: «È un papà che soffre tutt’oggi. Un uomo doppiamente colpito. Non è facile. Lui cerca di stare dietro le quinte, ma è sempre presente in tutto e mi dà sempre un aiuto in tutto quello che faccio. È apparso poche volte in tv, è una sua scelta dettata da quelle che sono le evidenze». Un rapporto, il loro, vissuto da subito all’insegna del «sostegno reciproco. Lui sorregge me e io sorreggo lui, è uno scambio continuo. Quando lui è giù io cerco di tirarlo su e viceversa», rivela la donna. Poi però aggiunge: «Ma la quotidianità non è semplice, perché si vive anche di rabbia, di nervosismo delle volte. Dipende da quello che succede in questa vicenda, cambia anche i nostri modi di fare. Non è facile affrontare quello che abbiamo addosso, soprattutto in questi tre mesi. Non c’è serenità, è da molto che l’abbiamo persa. Si va avanti e affrontiamo la vita giorno per giorno».
Denise, Piera Maggio e gli ultimi, durissimi tre mesi
E anche i giorni di questi ultimi tre mesi devono essere stati durissimi per Piera e la sua famiglia. Come gli ultimi 17 anni, da quel primo settembre del 2004 quando Denise, che allora aveva solo 4 anni, scompare nel nulla. Sottratta da una mano armata dall’odio e dalla malvagità. E senza che indagini e tre gradi di giudizio abbiano portato all’individuazione di un colpevole certo. Di sicuro, però, prosegue la mamma di Denise: «Fino a prova contraria, come ho sempre detto, mia figlia si cerca viva e quindi non molleremo fino all’ultimo. Ovviamente puntiamo tanto sul lavoro che stanno facendo in Procura, noi vogliamo arrivare a una verità. Diciassette anni sono tanti e sono stati fatti tanti errori, c’è da riflettere. Magari Denise il giorno dopo la sua scomparsa poteva essere a casa. Chi lo sa, abbiamo perso del tempo prezioso. Per questi errori e negligenze nessuno mai pagherà le spese».
La pazienza di Piera Maggio è finita
E c’è un’altra certezza in questo caso divenuto anche un caso mediatico: Quarto Grado è diffidato dal continuare a parlare del sequestro di Denise. Perché, come rilanciato da web e tv nelle ultime ore. E come annunciato dalla stessa Piera Maggio in un annuncio social ufficiale, la famiglia di Piera ha diffidato il programma «a non trattare più il caso di mia figlia. Né a citare il mio nome o quello di mia figlia, a causa delle continue, reiterate frasi offensive nei miei confronti affermate con veemenza inopportuna. Senza contegno, da parte di Carmelo Abbate. E senza nessuna presa di distanza da parte di Gianluigi Nuzzi, dimostrando al contrario, un plateale atteggiamento di parte e non certamente garantista. Ci si riserva di querelare il programma e gli autori che consentono questo scempio delle vittime di un reato». Stavolta la pazienza di Piera Maggio è finita.
Quelle parole di Carmelo Abbate che hanno indignato il web
Quei toni. Quelle intemerate di Carmelo Abbate, opinionista ospite fisso in studio a Quarto Grado. Quelle tesi difensive fino a sostenere l’inverosimile. Quelle parole usate incautamente da Abbate nei confronti di una madre a cui è stata rapita una figlia di quattro anni, sparita nel nulla, hanno suscitato non solo la rabbia di Piera Maggio, ma anche l’indignazione della rete: solidale con la mamma di Denise. Con gli utenti sconcertati e offesi dalle ricostruzioni di Abbate sulla vita della donna e sul rapimento della figlia. E dalla posizione assunta dal conduttore del programma, rimasto in silenzio di fronte alla valanga di fango scatenata dall’opinionista Mediaset. Contro il quale ieri sono piovuti insulti e accuse a cui Nuzzi, e lo stesso Abbate, hanno replicato con il silenzio. Un silenzio inaccettabile che induce chat e pagine social a gridare ancora di più dolore e rabbia...