Estradizione di Chico Forti. Le carte non si sono perse, ma gli Usa hanno sconfessato Di Maio (video)

7 Giu 2021 16:06 - di Laura Ferrari
Chico Forti

Ennesima figuraccia internazionale di Luigi Di Maio. Durante le feste di Natale, il ministro degli Esteri grillino aveva annunciato l’imminente estradizione di Chico Forti. Anzi, parlava di un accordo raggiunto con il governo della Florida. Un video di sei minuti per ringraziare tutti e per vantarsi del suo operato. “I prossimi passaggi saranno conseguenti. Ma l’atto è stato firmato e questo è un grande risultato per lui”.

“Chico Forti sta per tornare”. Sono passati sei mesi

“Chico Forti sta per tornare in Italia”, aveva detto Di Maio, trionfante. Sei mesi dopo la vicenda è ancora ferma al punto di partenza. Il produttore italiano condannato all’ergastolo in Florida resta ancora in cella. Sono passati 180 giorni e le parole del nostro ministro degli Esteri sono rimaste lettera morta.

In queste ore, la Farnesina ha smentito quanto riportato da un giornale italiano, che denunciava la misteriosa sparizione di alcune carte decisive per l’estradizione dell’italiano in carcere per omicidio da 21 anni. Negli Stati Uniti, infatti, l’ergastolo è davvero carcere a vita.

A fine dicembre, il governatore della Florida Ron DeSantis, su richiesta del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e del governo italiano, aveva “approvato con riserva” il trasferimento di Chico Forti in Italia. Il procuratore dello Stato di Miami, Katherine Fernandez Rundle, in una nota, si era detta “delusa dalla decisione dell’amministrazione” di rimandare Enrico Forti in Italia.

Tali trasferimenti sono rari ma consentiti dai trattati tra gli Stati Uniti e la maggior parte dei Paesi europei. Un portavoce del governatore ha affermato che il trasferimento è stato approvato “in seguito all’assicurazione del governo italiano che il signor Forti sconterà l’intero resto della sua pena detentiva in Florida, in Italia”.

La nota del ministero della Giustizia

“In merito all’articolo, ‘Scomparse le carte per ‘liberare’ Chico Forti”, il Ministero della Giustizia comunica che “ad oggi gli Stati Uniti non hanno mai trasmesso all’Italia la documentazione prevista per il trasferimento di Enrico Forti, detenuto in un penitenziario della Florida”.

“Il Ministero della Giustizia non ha quindi ricevuto alcun faldone- Né alcun documento utile all’estradizione del cittadino italiano, condannato per omicidio nel 2000. Al contrario, l’ultimo atto pervenuto dagli Stati Uniti – riferisce il ministero – è una lettera del Department of Justice di Washington. Missiva datata 26 febbraio, in cui si fa presente che il governatore dello Stato della Florida sollevava ulteriori richieste di chiarimenti, a cui la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha subito dato seguito. L’ultima comunicazione formale è una lettera inviata dalla Guardasigilli lo scorso 10 marzo al Governatore dello Stato della Florida, per attirare la sua attenzione sul caso. E fornire ulteriori rassicurazioni, al fine di favorire il trasferimento in Italia di Forti”.

“Ad oggi i competenti uffici del Ministero della Giustizia, che hanno lavorato in coordinamento con quelli del Ministero degli Affari Esteri, non hanno ricevuto alcuna risposta a questa lettera, di cui la Guardasigilli ha parlato anche nell’incontro con l’Incaricato d’affari americano in Italia. La Ministra Cartabia continuerà a sollecitare con vigore, in tutte le sedi opportune, l’estradizione in Italia di Enrico Forti”.

Chi è Chico Forti

Chico Forti è un ex produttore televisivo ed ex velista che è stato condannato all’ergastolo il 15 giugno del 2000 negli Stati Uniti d’America per l’omicidio del cittadino australiano Dale Pike avvenuto il 15 febbraio di due anni prima. Il collegamento tra Chico e la vittima stava nei rapporti che l’ex produttore televisivo aveva instaurato con il padre di Dale, Anthony Pike, per una compravendita del Pikes Hotel, a Ibiza. Il 15 febbraio del 1988 il corpo del figlio del venditore venne trovato senza vita sulla spiaggia di Sewer Beach a Miami e nonostante Chico si sia sempre dichiarato e tuttora afferma di essere innocente, finì dietro alle sbarre.

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