Feltri su Seid: «Quante boiate sul razzismo. Ho letto articoli di una stupidità senza eguali»
Su Seid tutti a gridare a un razzismo che non c’era, su Saman tutti zitti rispetto al «disprezzo» che alcuni musulmani «nutrono per le donne». In un editoriale su Libero di oggi, Vittorio Feltri si concentra sullo strabismo di certe anime italiane, sinistra e femministe in testa, avvertendo che «la questione del razzismo sta diventando stucchevole».
«Non siamo razzisti, accogliamo tutti»
Il direttore editoriale, nel suo articolo intitolato «Non siamo razzisti, accogliamo tutti», ha riassunto la vicenda del giovane Seid, ricordando come i genitori siano stati costretti a smentire la tesi del razzismo come causa del suicidio. «Si può tentare di indovinare, tuttavia mai conosceremo con certezza cosa sia scattato nel cervello di un uomo che ha scelto di scomparire. Ciò che non si può fare – ha avvertito Feltri – è accusare i nostri compatrioti di essere razzisti poiché è falso». Per Feltri, altrimenti, «non permetterebbero a tutti gli stranieri, neri o bianchi, di sbarcare in Italia e di stabilirsi qui, facendosi mantenere dallo Stato».
Feltri contro le «boiate sul razzismo»
Feltri, quindi, ha bollato come «di una stupidità senza eguali» gli articoli letti in questi giorni nei quali «si afferma che non esistono le razze umane e che siamo tutti fratelli». «Boiate», ha commentato, aggiungendo che «se non sussistessero le razze non avrebbe senso parlare di razzismo». Il fenomeno, ha proseguito il direttore, esiste negli Stati Uniti, ma non da noi, dove gli episodi di violenza che pure si segnalano sono «rare eccezioni, che notoriamente non costituiscono la regola».
Quella rabbia sociale che «prescinde dalle etnie»
Piuttosto, per Feltri, bisognerebbe focalizzarsi sull’«odio» che «è un’altra faccenda» e costituisce «un sentimento umano molto diffuso, ma che prescinde dalle etnie». L’esempio portato è quello della «rabbia sociale» che «non dipende che dall’invidia». È l’antico conflitto da poveri e ricchi, per Feltri, che si deve rintracciare alla base degli «scontri che avvengono talvolta nel nostro Paese tra bianchi e neri». Che, dunque, «non sono prodotti dal razzismo ideologico, bensì da attriti relativi al desiderio dei primi di mantenere una supremazia economica sui secondi». «I pigmenti non c’entrano per nulla», ha ribadito il giornalista, soffermandosi poi sul caso di Saman.
Il silenzio delle femministe su Saman
«Per concludere il discorso ci corre l’obbligo di sottolineare un fenomeno peggiore del razzismo importato nella penisola dagli islamici di fede ferrea. Mi riferisco al disprezzo che nutrono i musulmani (non tutti, per fortuna) nei confronti delle donne», ha scritto Feltri, portando l’esempio di Saman. «Ora mi domando: la comunità musulmana ha emesso una sentenza contro la fanciulla, probabilmente già defunta, nella quale la si condanna alla pena capitale in quanto ha disobbedito alle norme coraniche che in Italia valgono meno di zero? L’ingiustizia è palese. Eppure – ha sottolineato il direttore editoriale di Libero – nessuno protesta, perfino le nostre femministe del piffero tacciono. È uno scandalo, l’ennesimo – ha concluso Feltri – riguardante le donne sfortunatamente nate all’ombra della mezzaluna».