Foibe, gli aguzzini erano i comunisti di Tito, ma non si può dire: lo sfogo dei familiari

21 Giu 2021 17:15 - di Alberto Consoli
Foibe comunisti

Ricordare la tragedia delle foibe è ancora un reato: due episodi incresciosi avvenuti in breve  lasso di tempo in Piemonte e a Milano sono oggetto di un lungo sfogo da parte del comitato dei familiari delle vittime giuliane, istriane, fiumane e dalmate. “In Piemonte la decisione della Corte dei Conti di indagare la Regione. Solo per aver annunciato la distribuzione di un testo sui crimini di Tito”. Una decisione offensiva,non solo non tiene conto della legge 92 del 2004, che prevede iniziative per diffondere la conoscenza di quei tragici fatti. Ma offende la memoria di chi ne è stato vittima. A Milano – denuncano i familiari delle vittime – la targa dedicata a Don Angelo Tarticchio, sacerdote infoibato, è rimasta scoperta solo il tempo strettamente necessario a ricordarlo; e poi immediatamente ricoperta subendo una vera e propria censura in quanto la dicitura: “infoibato dai comunisti jugoslavi di Tito” doveva essere sostituita con il generico “dalle milizie jugoslave di Tito””.

Foibe, due sfregi: parlano i familiari delle vittime

Insomma, parlare di foibe sì, ma a patto che si oscuri la parola “comunisti”, e si salvaguardi “il bun nome” di Tito: le “regole” le dettano i soliti gendarmi della memoria. Due sfregi. “Dopo più di 70 anni di oblio, la Repubblica ha riconosciuto il 10 febbraio quale “Giorno del Ricordo”: occasione per tutti gli italiani di  onorare la memoria di migliaia di connazionali:  trucidati dai partigiani comunisti titini tra 1943 e il 1945 . Questo almeno nelle intenzioni”, scrivono in una nota i familiari delle vittime . “La realtà, alla quale siamo costretti ad assistere noi esuli e familiari di esuli da quelle terre martoriate, è invece ben diversa”.

Foibe, memoria negata: “Non ci viene concesso di raccontare la nostra storia”

“Purtroppo conosciamo bene la nostra storia, ma difficilmente la sentiamo raccontare o ci viene concesso di raccontarla… È una storia scomoda, per tanti motivi, potremmo sintetizzare dicendo che i nostri aguzzini hanno vinto la guerra (che si siano macchiati di crimini orrendi non interessa a nessuno); e che… i colpevoli sono sempre gli altri! Siamo abituati a versioni storiche dal sapore giustificazionista, a boicottaggi e atteggiamenti odiosi di vario genere”. Sono abituati a questo calvario della memoria, ma i due episodi citati vanno ancora oltre, spiegano: “Quanto accaduto di recente in Piemonte e a Milano, ci lascia senza parole”. Così in una nota il comitato familiari delle vittime giuliane, istriane, fiumane e dalmate. Per quanto riguarda la vicenda piemontese, l’affronto lo dobbiamo a unu consigiere di Leu. I libri, infatti, causa Covid, non sono mai stati acquistati; e nemmeno è stata mai promulgato un atto amministrativo che rendesse operativa quella intenzione. Come ha fatto la Corte dei Conti a chiedere contezza di una spesa mai deliberata? Appunto , è stato il consigliere di Leu ad aver presentato un’interrogazione che ha dato il via all‘iter.

Foibe, la speranza nel ddl di FdI

Altro episodio, altro orrore, è il caso di Milano. Don Angelo Tarticchio, il parroco di Rovigno che fu torturato, evirato e gettato vivo in una foiba. Ebbene, non si può scrivere che i suoi aguzzini erano “comunisti jugoslavi di Tito”. Siamo alla follia e la rabbia dei familiari delle vittime è più che giustificata. Affranti, increduli, i familiari proseguono: ”Fuggirono in trecentocinquantamila dall’orrore titino, sono passati tanti anni e molti di loro sono già morti; senza aver mai visto alcuna forma di giustizia o, almeno, una memoria condivisa. Inutile chiedere rispetto e comprensione a chi non li vuole concedere”. C’è una speranza, però, per tentare di riparare ai torti passati e presenti, ed è il ddl presentato da Fratelli d’Italia. “Abbiamo appreso che la Commissione Giustizia ha calendarizzato l’esame del disegno di legge (su proposta del Senatore Luca Ciriani), che modifica l’articolo 604-bis del codice penale. Aggiungendo un comma che, accanto al riferimento espresso alla Shoah, richiama i massacri delle foibe. Auspichiamo pertanto che tale modifica non trovi ostacoli alla sua approvazione. E che in questo modo chi non ha rispetto per le sofferenze patite dalla nostra gente possa avere una giusta punizione”.

 

 

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