Forza Italia, Prestigiacomo: «No alle fusioni a freddo con la Lega. Ripartiamo dal nostro 7%»
Forza Italia deve puntare sulla «rigenerazione del partito», puntando su «sfide nuove» e una «leadership piena». Stefania Prestigiacomo è tra gli azzurri che non vogliono «vedere disperdere il patrimonio di culture e sensibilità di Forza Italia». Per questo, pur «non contraria a una federazione dei partiti» del centrodestra, dice no sulle «fusioni a freddo», che «come dimostrato dall’esperienza del Pdl, non funzionano». Dunque, un invito a frenare le spinte verso la Lega che, ammette, nel partito esistono, insieme a quelle che guardano con favore invece a un «rassemblement moderato».
«La transumanza dei parlamentari? Non paga»
Intervistata da Repubblica, Prestigiacomo, in Forza Italia dal ’94, ha svolto il suo ragionamento partendo dal caso dei numerosi parlamentari che stanno lasciando il partito. «Ho rispetto per le scelte di tutti, fra chi ha cambiato partito ho anche degli amici. Però la transumanza dei parlamentari non è un bello spettacolo e non mi pare porti consensi, mettiamola così… E poi, insomma, con il presidente non in piena salute, vedere il cambio di casacca di deputati di prima legislatura che a lui devono il seggio parlamentare, non mi è piaciuto tanto», ha spiegato la parlamentare, chiarendo però di non voler parlare di «ingratitudine».
Il flop di «chi pensava di fare le scarpe a Berlusconi»
«Le operazioni di Palazzo solitamente non pagano», ha quindi commentato l’ex ministro, per la quale «anche Toti dovrebbe essere riconoscente verso Berlusconi e verso Forza Italia che lo ha votato per essere il bravissimo presidente che è della Liguria». «Chi va troppo vicino al Re Sole – ha aggiunto – finisce per bruciarsi. Chi pensava di fare le scarpe a Berlusconi se l’è fatte fare, le scarpe. Se avessero avuto pazienza forse avrebbero anche avuto un futuro politico. E invece, figure di qualità si sono bruciate».
I «tre sbocchi possibili» per Forza Italia
Quanto al futuro di Forza Italia, Prestigiacomo ha ribadito che «il presidente c’è, anche se ovviamente non può essere presente come un tempo». Questo per «un partito fortemente liderista ha un suo peso, è innegabile», ha aggiunto, scherzando poi sul protagonismo femminile che si registra in Forza Italia: «Mi sono battuta a lungo per le quota rosa, forse è il momento di fare una battaglia per quelle azzurre». Per Prestigiacomo il partito deve guardare a quello che c’è, al fatto che «siamo una forza del 7% e abbiamo un bel patrimonio che non a caso fa gola a tutti». Sono tre, ora, «gli sbocchi possibili»: seguire le tentazioni leghiste, seguire quelle centriste o ripartire dall’anima azzurra. Prestigiacomo, insomma, non nasconde che nel partito esistono sensibilità diverse, sebbene «di qui alle elezioni per il Quirinale non prevedo grandi scossoni. Dopo si vedrà…». Dunque, fino ad allora nessuna scissione in vista.
La necessità di «una leadership piena»
«C’è una parte nordista di Forza Italia, fortemente rappresentata in parlamento a dispetto dei voti conseguiti alle Politiche. Questa parte – ha sottolineato Prestigiacono – è attratta dalla Lega, da un Salvini comunque più moderato ed europeista rispetto al passato». Un’altra ala di Forza Italia, invece, «guarda a uno schema diverso, a un rassemblement moderato. Se ci fosse il proporzionale punterebbe ad andare oltre i confini del centrodestra». Infine, la terza via, «che prediligo» e che «porta a una rigenerazione del partito, al di là della collocazione politica». «Bisogna puntare su sfide nuove, su una leadership piena, con la quale possano ad esempio confrontarsi i territori. Ecco – ha sottolineato Prestigiacomo – questo manca, specie nell’attuale momento che vede Berlusconi un po’ più defilato».
«No alle fusioni a freddo di Forza Italia con la Lega»
L’ex ministro, comunque, si è detta convinta che «resteremo nel centrodestra, anche perché una nuova legge elettorale non mi sembra all’orizzonte». «Non sono contraria a una federazione dei partiti della coalizione, non vorrei però vedere disperdere – ha chiarito nell’intervista con Repubblica – il patrimonio di culture e sensibilità di Forza Italia. Le fusioni a freddo, come dimostrato dall’esperienza del Pdl, non funzionano. Anche perché la Lega, è ancora percepita al sud come antimeridionalista e Salvini ha perso una grande occasione non sostenendo come si doveva il Ponte sullo Stretto nel Pnrr. Non a caso FdI – ha sottolineato Prestigiacomo – al Sud ha una forte presa anche sull’elettorato moderato».