Il Festival “Todi Città del Libro” pensa già al 2022. L’Anpi? «La ringraziamo, ci ha fatto pubblicità»
Quattro giorni, una quindicina tra dibattiti e presentazioni di libri, oltre 20 ospiti. E, ancora, incontri su come valorizzare il territorio, serate di musica, cabaret e un concorso letterario. Il Festival “Todi – Città del libro”, che si è aperto il 17 giugno e si è chiuso ieri ed è stato organizzato dall’associazione “Castelli di Carta”, è stato un successo di pubblico e organizzazione, con buona pace di censori e detrattori di sinistra, che accusandolo di essere eccessivamente “di destra”, hanno scatenato polemiche e organizzato manifestazioni, intimando boicottaggi e ritiri di patrocini da parte delle istituzioni locali. Insomma, il solito bailamme con i soliti protagonisti: partiti di sinistra, Cgil, “studenti” e l’immancabile Anpi.
Anpi & co? «Li ringraziamo, ci hanno fatto pubblicità»
Un tentativo di mettere a tacere ospiti e, forse ancora di più, pensieri non graditi che però si è rivelato inutile: il festival non solo si è svolto come da programma, ma ha salutato Todi con un appuntamento al prossimo anno. «Un grazie infinito all’Associazione Castelli di Carta. È facile chiacchierare. Il difficile è fare i fatti», ha scritto su Facebook Andrea Nulli, consigliere comunale tuderte che è stato fra i primi interlocutori di “Castelli di Carta” per la promozione dell’evento. «Un grazie comunque anche ad una certa sinistra, che – ha poi sottolineato Nulli – con le sue imbarazzanti polemiche, ci ha donato un’importante e gratuita pubblicità».
Il Festival porta Todi sulla scena culturale nazionale
Soddisfazione per il successo della kermesse è stata espressa anche dal primo cittadino, Antonino Ruggiano, che era stato destinatario di una lettera dell’Anpi perché ritirasse il patrocinio all’evento che per quattro giorni e tre serate ha animato la piazza del Popolo, un gioiello storico e architettonico che ha fatto da palcoscenico a ospiti di caratura nazionale. La lista è lunga: Costanza Miriano, che ha parlato della sofferenza all’ombra del Covid; Paolo Bargiggia, che ha affrontato il futuro dello sport anche alla luce del politicamente corretto; Gian Micalessin, Fausto Biloslavo e Franco Nerozzi, che hanno parlato del giornalismo di guerra; Marco Gervasoni e Francesco Giubilei, che si sono confrontati sull’Italia degli anni ’20, tra conservatorismo e progressismo; Toni Capuozzo e Stefano Zecchi, che hanno discusso di 1984 di Orwell, prendendo spunto dalla sua versione a fumetti.
E poi Francesco Borgonovo; Alessandro Meluzzi; Andrea Lombardi; Franco Carlesi, Emanuele Merlino, Francesco Guarente e Gian Piero Joime che hanno parlato delle sfide che l’innovazione pone al futuro dell’Italia; Stenio Solinas e Giampiero Mughini che hanno esplorato il terreno politico oltre le ideologie. E i moderatori, fra i quali diversi nomi di primo piano della scena giornalistica ed editoriale italiana: Alessia Marta; Gianluca Veneziani, Lorenzo Cafarchio; Alessandro Amorese, fino ad Antonio Rapisarda; Alessandro Sansoni.
Il sindaco: «La cultura è di tutti e non ha colore politico»
Ma il Festival è stato anche l’occasione per una riflessione su come valorizzare al meglio le potenzialità di un territorio ricchissimo di cultura, storia, produzioni. Non a caso, “Todi – Città del libro” si è aperto con l’incontro su come “Raccontare il territorio: l’Umbria” e si è chiuso con il convegno “Todi città identitaria”, al quale hanno partecipato il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, e l’assessore al Turismo di Todi, Claudio Ranchicchio, passando per il saluto del sindaco Ruggiano all’iniziativa, che, ribadendo di aver fortemente creduto nel suo valore, ha sottolineato come «la cultura è di tutti e non ha colore politico».