Il Reddito di cittadinanza ancora nelle tasche delle famiglie di mafiosi: a Napoli altri 60 casi
Arriva da Napoli l’ennesimo caso di Reddito di cittadinanza finito a decine di persone che non ne avevano diritto perché condannate per mafia. In particolare i finanzieri partenopei hanno eseguito 60 perquisizioni nei confronti di altrettanti nuclei familiari che hanno beneficiato del sussidio nonostante al proprio interno vi fossero condannati per reati di associazione mafiosa. Oltre alle perquisizioni i militari hanno eseguito, su disposizione della Procura di Napoli, anche sequestri per complessivi 700mila euro, che corrispondono alle cifre indebitamente ricevute nel periodo tra aprile 2019 e aprile 2020.
Il reddito di cittadinanza ai mafiosi
L’operazione si integra con i primi interventi condotti a gennaio nei confronti di oltre 100 beneficiari del reddito di cittadinanza condannati in via definitiva per associazione mafiosa. I finanzieri hanno eseguito le perquisizioni e i sequestri in diverse zone della città di Napoli, tra le quali, Miano, Scampia, Secondigliano, Soccavo, Pianura, Fuorigrotta, Poggioreale, Barra e Ponticelli, e in altri comuni della provincia partenopea, tra cui, Ercolano, Portici, Pozzuoli, Qualiano, Melito di Napoli, Casoria e Mugnano di Napoli.
Non solo “furbetti”: quelli che… meglio che lavorare
Questo ennesimo episodio di “mancetta” ai criminali si inserisce nell’ambito del più ampio dibattito sul reddito di cittadinanza, riacceso in questi giorni dalla difficoltà per molti settori di trovare lavoratori. L’ultimo a lanciare l’allarme in questo senso è stato Heinz Beck. Lo chef pluristellato ha rivelato infatti di aver avuto «seri problemi quest’anno a trovare personale stagionale perché c’è chi preferisce prendere il reddito di cittadinanza, magari 800 euro al mese, piuttosto che avere un po’ di più 1.100-1.200 euro e lavorare». «Mi hanno chiesto se avessi pagato in nero e avendo io risposto di no, hanno rifiutato il lavoro. È un problema vero», ha sottolineato Beck.