Il retroscena: la chiesa tedesca sfida Roma sulle riforme, l’ombra dello scisma sul Vaticano
La lettera di dimissioni del cardinale Marx al Papa conclama una crisi in corso da un po’. Ed evoca lo spettro di uno scisma che fa tremare il Vaticano. La chiesa tedesca sfida Roma: il Papa è a un bivio nell’ora più buia. Quella in cui aleggia, grave, l’ombra di un crisi ormai endemica. E che lo strappo del cardinale tedesco Reinhard Marx, che ieri ha offerto le sue dimissioni a Papa Francesco, ha acutizzato. Anche affermando che la Chiesa cattolica è «a un punto morto» a seguito della «catastrofe degli abusi sessuali». Rispetto ai quali, tuona il porporato, «si tratta di condividere la responsabilità per la catastrofe degli abusi sessuali da parte degli esponenti della Chiesa nei decenni scorsi», ha scritto l’alto prelato. Ebbene, oggi quelle parole riecheggiano nelle stanze d’oltre Tevere. Aprendo a scenari “apocalittici” che, proprio le parole del cardinale Marx nella missiva, evocherebbero. Parlando, per esempio, di «catastrofe». Comune «fallimento». E di una Chiesa che (almeno in Germania) sarebbe arrivata ad un «punto morto»…
Il Papa, il cardinale Marx “dimissionario e l’ombra dello scisma sul Vaticano
Non solo. Marx ha inoltre detto che le inchieste e i rapporti degli esperti degli ultimi 10 anni hanno mostrato in modo consistente che vi sono stati «molti errori personali ed amministrativi». Ma anche «errori sistemici ed istituzionali». Affermando, al contempo, che la chiesa cattolica è arrivata ad «un punto morto»: E che la sua rinuncia all’incarico potrebbe servire come segnale per dare un nuovo inizio, un nuovo impulso. «Voglio mostrare che non è l’incarico la cosa che è in primo piano. Ma la missione evangelica», ha scritto ancora il porporato. Aggiungendo poi che: «Sono disposto ad assumermi la responsabilità personale non solo per i miei errori, ma per quelle dell’istituzione della chiesa. Che ho aiutato a modellare e formare nel corso di decenni». Concludendo dunque, con un chiaro riferimento, al suo ruolo di presidente della conferenza episcopale tedesca fino al 2020.
Il Papa, il cardinale Marx, il rischio dello scisma: il guanto di sfida della Chiesa tedesca a Roma
Insomma, il cardinale Marx ha offerto le dimissioni da arcivescovo di Monaco e Frisinga – incarico a cui era stato nominato nel 2007 da Papa Benedetto XVI – in una lettera datata 21 maggio, le cui parole e il cui significato aprono a importanti decisioni che, mettono il Pontefice a un bivio decisivo: quello tra un atto d’accusa all’intero sistema per come sono finora stati gestiti gli abusi. E il cammino di riforme avviato in Germania dai cattolici progressisti. Con il cardinale Marx fermo sulle sue decisioni: secondo quanto ha reso noto l’arcidiocesi, infatti, l’alto prelato, che a settembre compirà 68 anni, ha chiesto al Papa di «accettare le sue dimissioni». E di «decidere» sul suo futuro.
Riforma e dottrina: il Papa a un bivio
E allora, come scrive significativamente oggi Il Messaggero tra gli altri, siamo «praticamente il capolinea. Le conseguenze di questo gesto sono al momento imprevedibili perché potrebbero costituire l’anticamera di uno scisma benché Marx non abbia di certo la statura di Lutero». Sostanzialmente, insomma, quello che il cardinale Marx, a nome della chiesa tedesca chiede al Vaticano, è un emblematico ammorbidimento (abbandono?) dalla fermezza assiomatica dei punti cardinali delle dottrine di Roma. Non a caso, sottolinea il quotidiano capitolino, «ieri, in Vaticano, c’era chi ricordava una sua frase sibillina che durante il sinodo sulla Famiglia, Marx ripeteva negli inner-circle: «La Chiesa in Germania non può sempre essere una filiale di Roma». Specie in considerazione del fatto che «da oltre due anni la ricca Chiesa tedesca è la principale finanziatrice della Santa Sede»…
Tutti i temi al centro del disegno riformista su cui punta la chiesa tedesca
E allora, sul piatto della bilancia pesano – e molto – le divisioni interne alla chiesa tedesca tra chi apre alla possibilità delle riforme e chi, di contro, si oppone fermamente a un sostanziale stravolgimento della dottrina. Con tutto il corollario che ruota intorno al disegno riformista, e su cui dimostra di avere un ruolo di primo piano il Comitato dei laici cattolici: questioni che vanno dal matrimonio dei preti, al sacerdozio femminile. Dalla inter-comunione con i luterani, alla gestione trasparente delle risorse finanziarie. E, soprattutto, la necessità impellente di definire una volta per sempre tutte le responsabilità del passato dei vescovi nella dilaniante vicenda degli abusi. Un tema la cui gestione resta un tabù all’interno delle mura vaticane che scuote nelle fondamenta lo Stato pontificio. Con l’accusa mossa da diversi fronti alla Chiesa di una intrinseca tentazione delle conferenze episcopali a «proteggere più il sistema che non le vittime». Il che implicherebbe lacunosità e zone d’ombra nella gestione delle vicende sparse a macchia di leopardo nelle varie diocesi che si sono rivelate interessate dal problema.
Il Papa, il cardinale Marx e il possibile scisma: Scacco ma Roma? La partita è ancora in corso…
In Germania, invece, il focus sulla questione è onnipresente e seguito con altissima attenzione. Un tema che, pur implicando la polemica sulla diocesi di Colonia – che ha visto nel mirino di accuse e recriminazioni il cardinale Woelki per essersi rifiutato di pubblicare l’elenco dei preti condannati in passato – il cardinale Marx, dopo che il Papa ha inviato sul posto gli ispettori, ha gestito precisando: «Voglio assumermi la corresponsabilità di quanto è successo nella Chiesa, che dovrebbe essere il luogo della guarigione e della speranza». Una conferma di come la chiesa tedesca punti a dettare le regole anche sugli altri punti della riforma, sul tavolo di Roma.