Il ridicolo scoop del “Fatto” di Travaglio sulla Meloni fa meno rumore di una botta a muro
“Finché c’è guerra c’è speranza“. Ricordate? È il titolo di un film con protagonista Alberto Sordi nelle inedite vesti di un trafficante di armi. Proprio a lui abbiamo pensato leggendo il ruggente titolo del Fatto Quotidiano di Marco Travaglio sui finanziatori dei Fratelli d’Italia: «Rifiuti, armi e sanità». Un pezzo a doppia firma, di quelli che fanno tremare le vene ai polsi. “Ecco qua – ci siamo detti -, sta a vedere se in questa black list non ci troviamo pure il Pietro Chiocca (il nome del protagonista nel film) di turno. Una sensazione di terrore durata meno di un attimo, giusto il tempo di capire che tra gli oblatori del partito di Giorgia Meloni non c’erano trafficanti di morte. Ma solo la DrassSrl che, informa il giornale, è «una storica azienda livornese» che in un anno ha donato 7500 euro al FdI cittadino. Produce sommergibili militari, e il suo pezzo forte è il sottomarino compatto per acque costiere.
È la prova che la crescita di FdI fa paura davvero
Il capitolo “armi” è tutto qui. Delusi, vero? Mai quanto i lettori di Travaglio. Ci andrà peggio (cioè meglio per l’insipido scoop del Fatto) con i rifiuti? Macché: scoramento anche qui. Basti pensare che tutto si riduce a due imprese: la Ecoserdiana, che gestisce una discarica a Cagliari, e la Rida Ambiente Srl, che fa lo stesso ad Aprilia, vicino Latina. Anche in questo casi si tratta di bonifici in favore delle locali sezioni. La prima ha versato 6mila euro, la seconda 3200. Ma è soprattutto quest’ultimo ad aver fatto brillare gli occhi dei due segugi sguinzagliati da Travaglio sulle tracce del bilancio di FdI. E sì perché i suoi vertici sono finiti nel mirino della Procura di Roma per traffico illecito dei rifiuti.
Il giornale di Travaglio cerca quel che non c’è
Anche in questo l’alleluia dura poco. Il tempo, in questo caso, di capire che a far scattare l’indagine è stata una denuncia del gruppo Cerroni, i patron di Malagrotta. Solo business, insomma. Maleodorante quanto si vuole, ma business. Tanto è vero – ammette il giornale citando uno del cda di Rida – che la società «non ha guadagnato un euro in più di quanto le spettava in base alla tariffa regionale». Tutto qui e tutta fuffa, come pure sulla sanità. Ma, si sa, anche i lettori hanno le loro esigenze, e quelli del Fatto non fanno eccezione: vogliono sempre qualcosa da addentare. Anche quando, come in questo caso, è chewing-gum spacciato per polpa succosa. Un’impresa, si anche questo, il cui Travaglio è davvero imbattibile.