L’Anpi vede nero: la statua di Giulio Cesare è un dono di Mussolini, non può stare in piazza
L’Anpi vede nero a Rimini. Sono sempre più biliosi e arroganti quelli dell’Anpi. Ma soprattutto si attribuiscono potere di veto su tutto. Oggi accade a Rimini per una statua “fascista” ma anche nelle altre città la musica non cambia.
L’Anpi e la statua di Giulio Cesare a Rimini
Le questioni che sollevano, tra l’altro, non interessano a nessuno. L’inutile Anpi per gli italiani è solo un carrozzone da foraggiare, dal quale mai verranno fuori proposte concrete per cambiare in meglio il Paese. Ma andiamo a Rimini, dove appunto l’Anpi sta sollevando un polverone attorno alla statua di Giulio Cesare. L’associazione dei partigiani si oppone infatti categoricamente alla ricollocazione della scultura in piazza Tre Martiri. L’opera è rimasta sino ad oggi nella caserma che porta il suo stesso nome, in Via Flaminia Conca. La statua fu a suo tempo donata alla città da Benito Mussolini.
L’Anpi: piazza Tre Martiri è la piazza dell’antifascismo
Per l’Anpi “Piazza Tre Martiri è la piazza Antifascista. È in quella piazza che ogni anno Anpi, Amministrazione Comunale, personalità politiche, cittadine e cittadini celebrano e ricordano il sacrificio dei Tre Martiri e di tutti i caduti nella lotta di Liberazione. Ricollocare in quella piazza la statua di Giulio Cesare sarebbe un’offesa alla memoria del sacrificio dei Tre Martiri e di tutti coloro che hanno combattuto per la Democrazia e la Libertà.
I riminesi vogliono la statua nella sua sede originaria
Eppure ci sono anche dei cittadini che vorrebbero riavere la statua in piazza Tre Martiri, avendo Rimini origini romane. “La statua di Giulio Cesare deve tornare lì dov’era, nella piazza che portava il suo nome“, ha chiesto il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Gioenzo Renzi, come riportato da Il Resto del Carlino. Dello stesso avviso anche l’avvocato Gaetano Rossi membro dell’Associazione per le ricerche iconografiche e storiche. La statua dovrà trasferirsi invece, secondo il Comune, nel giardino archeologico cittadino.
La statua donata da Mussolini nel 1933 e rimossa nel 1945