L’appello degli esperti a Ema e governo: «Stop Astrazeneca alle donne giovani»

7 Giu 2021 14:15 - di Redazione
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«Escludere le donne giovani dalla somministrazione di vaccini a vettore virale, non solo dalla prima ma anche dalla seconda dose, con indicazioni ancora più chiare»: a rilanciare l’appello all’Ema è stata l’immunologa e docente di pediatria dell’Università di Firenze Chiara Azzari, commentando il caso della 18enne ricoverata al Policlinico San Martino di Genova e operata per una trombosi, che aveva fatto il vaccino AstraZeneca.

Il no degli esperti ad Astrazeneca alle donne giovani

«L’Ema – ha ricordato Azzari parlando con l’Adnkronos Salute – ha indicato che sono possibili, in casi davvero rarissimi, forme specifiche di trombosi. Tuttavia ha anche indicato che c’è una popolazione in cui questi eventi sono più frequenti, ovvero le donne giovani. Tanto è vero – ha proseguito l’esperta – che anche in Italia la vaccinazione con AstraZeneca alle giovani non è più iniziata». La possibilità di accedere al vaccino Astrazeneca però non solo non è interdetta, ma anzi in qualche modo è stata incentivata con la politica degli Open day. La stessa ragazza ricoverata a Genova aveva partecipato a uno di questi eventi.

L’appello al governo: «Attenzione agli Open Day»

Ed è di appena due giorni fa una lettera di 24 medici vaccinatori che, mettendo in luce i rischi degli Open day, chiedevano al governo di interrompere la somministrazione di questo vaccino nei più giovani, per i quali il rischio di eventi avversi gravi è più elevato dei rischi connessi al Covid. Del resto, già diversi Paesi d’Europa hanno imposto uno stop mirato ai più giovani o perfino totale all’uso di Astrazeneca. Anche l’immunologa Antonella Viola, ormai già un mese fa, aveva posto l’attenzione sul fatto che bisognava mantenere paletti rigorosi nell’impiego dei vaccini a vettore virale. «Il rapporto rischi-benefici ci suggerisce di vaccinare tutti gli uomini, anche con J&J, ma di tenere fermo il limite di età nelle donne», aveva avvertito.

«Evitare anche le seconde dosi»

«Credo che l’Ema dovrebbe dare un’indicazione ancora più chiara – ha sottolineato quindi l’immunologa – dicendo che non solo non si fanno le vaccinazioni a vettore virale alle donne giovani, dato il maggiore rischio, ma non si fa nemmeno la seconda dose, offrendo un vaccino diverso. È un cosa che nessun singolo medico può dire, ma l’Ema lo può dire», ha sottolineato ancora Azzari, ricordando che «abbiamo già dati scientifici secondo i quali è possibile l’intercambiabilità dei vaccini fra quelli attualmente disponibili».

 

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