M5S, Conte, Casaleggio, Di Battista: rifondazione al veleno. Ecco i sospetti dei reduci grillini
M5S, Conte, Casaleggio e Di Battista: la rifondazione è al veleno. I sospetti dei reduci grillini: c’è aria di Contromovimento. Di un “tutti contro tutti” che imperversa furiosamente. I sopravvissuti alla diaspora del M5S più che plaudire alla vittoria per la partita chiusa con Davide Casaleggio respirano aria di tensione, snervati dalla lunga attesa del nuovo inizio di Conte. Oltre che preoccupati per il nuovo corso a cui l’ex premier potrebbe dare inizio. Nessuna esultanza, insomma, per questa ripartenza lungamente attesa da un Movimento che prova a rinascere dalle sue ceneri. E a riposizionarsi probabilmente su posizioni anti-governative che preludono a uno scatto in avanti di elezioni anticipate. Una prova ardua per M5S post-disastro, che l’endorsement stampa di Travaglio e Scanzi lascia presupporre sempre più insistentemente.
M5S, Conte, Casaleggio, Di Battista: la rifondazione è al veleno
Insomma, lungi dal festeggiare, tra i parlamentari 5S malumore e tensioni sarebbero alle stelle. E se l’addio di Davide Casaleggio non suscita particolari rimpianti, di certo il nuovo corso che Conte si accinge a inaugurare non fa urlare al capolavoro i grillini. Più che mai insospettiti dal riavvicinamento nell’aria tra Conte e Di Battista prodromico, per molti di loro, all’uscita dal governo Draghi e alla prova delle urne anticipate della primavera 2022. Un incubo per chi siede in parlamento tra i banchi dei 5 stelle, consapevoli di non avere grandi chances di tornare ad occuparli. Un dubbio che si alimenta delle stesse dichiarazioni rilasciate ultimamente dallo stesso Dibba che, nel discettare e commentare il suo lungo addio, non ha mai attaccato frontalmente Conte. Tenendo strategicamente uno spiraglio aperto a un possibile “ritorno” in pista, condizionato a un abbandono del Movimento all’esecutivo Draghi.
M5S, Conte tra Casaleggio e Di Battista: si muove su un terreno minato
Eppure, con un background terremotato che apre a scenari incandescenti, Conte al Corriere della sera, nella prima intervista da quando a febbraio ha lasciato Palazzo Chigi, si dice «molto motivato. Pronto a continuare a lavorare per il bene dei cittadini». Parla del futuro del Movimento, che «avrà un respiro più ampio e internazionale. Sarà in costante dialogo con la società civile e con tutte le componenti sane del Paese». L’ex premier alla guida del M5S prova a rispolverare vecchi principi statutari e formule della prima ora. Un po’ strizzando l’occhio a quelli «a cui in passato non abbiamo guardato con la dovuta attenzione – ammette l’avvocato –. E penso a tutta la filiera dei servizi. Al commercio. Alle piccole e medie imprese. Ai lavoratori autonomi. Ai professionisti», aggiunge. Ossia proprio a tutti i settori massacrati durante il suo premierato, tra lockdown e sostegni millantati, o nella migliore delle ipotesi, inadeguati. Se non addirittura inesistenti.
M5S, Casaleggio sbatte la porta, Dibba apre uno spiraglio al rientro
Dal fronte contrapposto, intanto, Casaleggio se ne va sbattendo la porta. E in un’intervista a La Stampa, motivando un addio nell’aria da tanto, commenta: «Oggi sono molto sollevato. Non devo più assumermi o sentirmi le responsabilità per decisioni altrui. Siamo arrivati ad un accordo perché era necessario separare le strade. Negli ultimi 16 mesi il Movimento ha deciso di violare così tante regole e principi di democrazia interna e di rispetto delle decisioni degli iscritti da rendere impossibile per noi continuare un percorso condiviso». Tanto che, conclude lapidario il presidente dell’associazione Rousseau, «siamo arrivati a non vedere motivi per stare ancora insieme».
Casaleggio: le accuse al M5S culminate in un addio al vetriolo
Con un ultima stoccata nel fianco martoriato del Movimento, e assestata non proprio in punta di fioretto: «I soldi come la consegna degli iscritti non sono mai stati la causa del problema, ma un effetto – spiega Casaleggio –. Il problema era che il Movimento non intendeva onorare gli impegni presi pagando i lavoratori che attendevano il dovuto da mesi. Il modello del Movimento 5 stelle ha consentito di ottenere il 33% di fiducia del Paese e ha dato la possibilità a migliaia di cittadini sconosciuti, come lo stesso Giuseppe Conte, di rivestire ruoli prestigiosi e di potere impensabili. Probabilmente quello che oggi non va più bene è che si vuole dare questa possibilità a persone ben definite».
Tutti i nodi (ed i sospetti) ancora da dirimere
Quanto al limite dei due mandati, «il fatto che in questi mesi non ci sia stata una presa di posizione chiara sul tema mi fa pensare che sia una questione oggetto di contrattazione per il supporto economico richiesto – osserva Casaleggio –. Ovviamente quando i principi di una comunità sono oggetto di trattativa economica si entra nella fase di liquidazione. Probabilmente, come su molte altre recenti questioni, non si prenderà una posizione chiara e netta. Si rimanderà a un possibile voto e a quel punto, come già accaduto tante altre volte, o sarà presa una decisione in una segreta stanza romana o si proporrà un quesito a ridosso delle candidature».
Manovre in corso per un Contromovimento
Ma ora la questione è anche come Casaleggio cercherà di reagire alla rifondazione promessa da Conte. In molti, a tal riguardo, danno per scontata la nascita di un Contromovimento. Una contro-rivoluzione affidata al “Che Guevara dei noantri”, il disorganico Dibba: al momento in procinto di partire per un reportage in America Latina. Accanto a lui è lecito pensare di ritrovare poi i dissidenti Nicola Morra e Barbara Lezzi, che hanno già annunciato la nascita di un nuovo soggetto politico, e che potrebbero unire le forze con il figlio del fondatore Gianroberto. Infine, tra le truppe parlamentari a bordo del vascello corsaro del Movimento, sarà invece decisiva la scelta sul limite dei due mandati, dirimenti per capire quanti resteranno nel M5S. E quanti altri, ancora, salteranno sulla prima scialuppa di salvataggio diretta altrove…