M5S, il retroscena: Grillo e Conte litigano e il terzo gode. Di Maio pronto a fare le scarpe a Giuseppi
M5S, dietro le quinte dello psicodramma grillino si fa strasa un retroscena insistente. Quello secondo cui, mentre Grillo e Conte litigano, il terzo gode. Di Maio pronto a fare le scarpe a Giuseppi? Si vedrà. Per ora un dato è certo: nel M5S, non si è solo aperto il coperchio che ha dato la stura al caos, ma il vaso di Pandora grillino ormai si è rotto. E i cocci sono tutti in mano a “Grillo spaccatutto”. Eppure, in questo frangente di frattura, c’è ancora chi pensa di poter ricomporre strappi e lacerazioni in corso da tempo. Un processo di sfaldamento che l’ultimo scontro tra il garante del Movimento e il leader in pectore, Giuseppe Conte, ha solo conclamato e ufficializzato.
M5S, tra Grillo e Conte si fa strada la soluzione Di Maio?
Dunque, in queste ore convulse di j’accuse e vaffa. Auto-celebrazioni e silenzi eloquenti, anche Luigi Di Maio si spende per provare a ricomporre dissidi e scissioni: «Mai come adesso serve compattezza all’interno del Movimento», ha dichiarato lapalissianamente il ministro degli Esteri grillino. «Dialoghiamo con il massimo impegno e lavoriamo per unire», incalza il titolare della Farnesina ai suoi in queste ore delicate per la sopravvivenza e il futuro del Movimento. E nelle chat dei parlamentari scatta il panico: «Ma quindi è davvero finita, si ritira?». «È game over?». «E ora che succede?», sono solo alcuni dei messaggi che rimbalzano tra gli eletti, riferiti dall’Adnkronos.
M5S, tra i due litiganti il terzo gode: Di Maio affila gli artigli
Ma Di Maio non risponde, se non con generiche affermazioni di circostanza come detto. E, stando ai rumors, lavorerebbe sotto traccia, più che per salvare la zattera pentastellata alla deriva, per andare all’arrembaggio di nuove conquiste politiche personali. Scegliendo, in questa fase incandescente, di far filtrare alle agenzie una linea che vira sulla rassicurante rotta “vecchio stile democristiano”. Come giudicare altrimenti quel richiamo alla compattezza e al lavorio incessante mirato alla ricomposizione? Quando invece, come scrive oggi tra gli altri La Verità oggi, «Di Maio di sicuro sta accarezzando l’idea e ha già incominciato a volteggiare sopra la testa di Giuseppi»? Voci di corridoio danno ormai per scontato una certa freddezza tra i due. Non solo, la sua condotta istituzionale, fa dedurre ormai da tempo che il ministro degli Esteri cerchi di farsi pochi nemici e, nel frattempo, di cucire una ragnatela di rapporti all’estero.
M5S, Di Maio in pole position pronto a fare le scarpe a Conte
Non solo. Di Maio ultimamente ammicca sempre più insistentemente a Forza Italia: come hanno dimostrato sorrisi e complimenti riservati alla ministra del Sud, Mara Carfagna in occasione della firma di un protocollo per le imprese del Mezzogiorno. Come farebbero pensare quelle dichiarazioni entusiastiche profuse per Renato Brunetta. Così come, rispetto alla Lega, se proprio non può vantare rapporti idilliaci con Matteo Salvini, non nasconde grande simpatia per Giorgetti. Infine, è indubitabile che Di Maio abbia acquisito un canale con il Quirinale, e innegabile che fin qui abbia trattato in presa diretta con gli altri partiti. Insomma, tutti passaggi epocali impensabili nel 2019… Posizioni rivisitate e corrette che, internamente, non confliggono con il ruolo di punto di riferimento degli eletti 5S che vedono tuttora in lui un punto di riferimento.
La tela di Giggino tessuta negli anni: ecco le frecce al suo arco
Una posizione di privilegio acquisita, e anzi addirittura rinforzata, non solo in veste di capo politico del partito. Ma anche – anzi soprattutto – all’epoca della gestione di Vito Crimi, che gli è succeduto. E con Grillo, come sta messo? A giudicare dalla sviolinata che il garante ha fatto per Di Maio coram populi ai parlamentari grillini, definendolo incredibilmente uno è tra i «ministri degli Esteri migliori della storia», forse non poi così male…Di sicuro Giggino sta posizionato meglio di Conte nella corsa alla guida del M5S 2.0. E forte di tutto questo, tesse la sua tela…
M5S, con Di Maio in pole, torna l’ipotesi del partito di Conte…
Insomma, il possibile passo indietro di Conte ha provocato uno scossone che sembra anticipare un vero e proprio terremoto all’interno del Movimento 5 Stelle. Un M5S diviso. Spaccato in due e tormentato da mille rivoli e infiltrazioni: da una parte i parlamentari rimasti fedeli al garante Grillo. Dall’altra i “contiani” pronti a seguire l’ex presidente del Consiglio, qualora quest’ultimo dovesse dar vita a un suo nuovo partito. Un’ipotesi che ormai viene considerata molto plausibile da numerosi eletti.
Caos M5S, il Pd resta alla finestra
E in mezzo, l’alleato Pd: che proprio con l’ex premier aveva siglato l’accordo per il secondo mandato dell’avvocato del popolo a Palazzo Chigi, finito poi come sappiamo. Che all’indomani della debacle post Ciampolillo continuava a ripetere “O Conte o morte”. Salvo poi venire meno a impegni, inciuci e premesse dell’ultim’ora, pronto a votare la fiducia a Draghi. E oggi, dilaniati i dem stessi dal giogo delle correnti, stanno a guardare dalla finestra lo psicodramma in corso. Dopo aver fin qui puntato tutto sull’alleanza giallorossa, senza la quale non avrebbero i numeri per governare.