Meloni cita i “valori non negoziabili” di Benedetto XVI per indicare la strada ai Conservatori europei
«Il “testo unico Zan” non serve a combattere le discriminazioni ma a punire con nuovi reati d’opinione chi non piega la testa al pensiero unico. E lo abbiamo visto nei Paesi dove normative simili sono entrate in vigore. È una proposta liberticida che la sinistra vuole imporre per colpire chi è contrario alle adozioni gay o all’utero in affitto». Giorgia Meloni, intervistata dal sito International family news spiega la bocciatura di Fratelli d’Italia alla legge Zan.
«È un provvedimento – dice la leader di FdI – che nega la differenza sessuale e finirà per discriminare soprattutto le donne, negando le conquiste che hanno raggiunto in tanti anni. Sostenere la tesi che l’identità sessuale di una persona sia completamente sganciata da quella biologica porta esattamente a questo. E non sono io a dirlo, ma quelle storiche femministe che oggi vengono addirittura accusate di omofobia perché rivendicano la specificità femminile. Il “testo unico Zan” serve anche a spalancare le porte delle nostre scuole all’ideologia gender, a partire dalle elementari».
Meloni: «I cittadini facciano sempre sentire la propria voce»
In merito alle unioni civili poi, approvate nel 2016, il giornalista domanda se sia inevitabile “l’approvazione di leggi definite progressiste”. Giorgia Meloni risponde: «Non c’è niente di inevitabile. Ma è fondamentale che i cittadini facciano sempre sentire la propria voce, come è successo ad esempio con i due grandi Family Day a San Giovanni e al Circo Massimo, due manifestazioni oceaniche partite dal basso. Se i cittadini si fanno sentire, è più difficile per il palazzo non ascoltarli».
«Tutelare la vita umana sin dal suo inizio»
E sul tema dell’aborto spiega la posizione di FdI. «Continueremo a sostenere la piena applicazione della Legge 194, che al suo primo articolo sancisce che lo Stato difende e tutela la vita umana fin dal suo inizio. Perché per noi il concepito, il più piccolo e più povero tra gli esseri umani, è uno di noi e va difeso». E poi ancora: «Lo Stato e le istituzioni, a ogni livello, devono fare tutto quello che possono per aiutare le donne che vedono nell’aborto l’unica scelta possibile. Penso per esempio ad aiuti e sostegni economici e psicologici alle donne che vogliano portare a termine la gravidanza anche in caso volessero dare in adozione il bambino o al rafforzamento dei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di quelle realtà che sostengono la maternità difficile. Serve una radicale inversione di rotta che metta fine anche a quei provvedimenti, come la direttiva Speranza sulla pillola RU486, che banalizzano l’aborto in una pratica “fai da te” ed espongono le donne a grandi rischi per la salute».
«L’Europa deve ripartire dai principi non negoziabili»
Infine il giornalista le domande se i “principi non negoziabili” enunciati da Benedetto XVI siano centrali per il partito dei Conservatori e riformisti europei. Papa Benedetto XVI, nel 2006, durante un convegno promosso dal Partito popolare europeo espose i “princìpi non negoziabili”. «La difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, la cultura della vita contrapposta alla deleteria cultura della morte e dello scarto tipica di un certo progressismo amorale, la difesa della famiglia naturale come perno della società e come baluardo educativo». «Questi princìpi non negoziabili – spiega – enunciati con grande profondità da Benedetto XVI, sono parte imprescindibile del patrimonio politico e culturale dei Conservatori europei. E rappresentano le priorità del mio mandato come presidente. Perché è da questi valori che l’Europa deve ripartire, per avere un futuro e non tradire la sua storia millenaria».