Meloni va da Draghi, Salvini va dalla Gruber e i sondaggi premiano Fratelli d’Italia
Matteo Salvini ieri ha fatto la mossa politica più importante delle ultime settimane, presentando in Cassazione i referendum sulla giustizia. In serata si è confrontato con Lilli Gruber, sempre aggressiva nonostante i fiori che Salvini le ha portato prima dell’inizio della trasmissione. L’offensiva sulla giustizia rispolvera un tema caro al centrodestra, un tema tipico del berlusconismo degli anni d’oro ma recuperato in un contesto diverso, in cui la magistratura soffre di una crisi di credibilità mai vista prima.
Salvini non vuole più Draghi al Quirinale?
E poi c’è la questione Quirinale. «Noi contiamo di arrivare con Draghi a fine legislatura, a marzo 2023», dice Salvini. Un cambio di rotta che non è sfuggito ai più. Salvini era infatti il principale sponsor di Mario Draghi presidente della Repubblica. Il fatto che ora Salvini indichi come orizzonte la fine della legislatura e non più il voto subito dopo l’elezione del successore di Mattarella fa comprendere che qualcosa è cambiato. Da un lato il leader leghista sente il fiato sul collo di Fratelli d’Italia. Che secondo un ultimo sondaggio è ancora in crescita al 19,4 per cento. Solo un punto percentuale distante dalla Lega.
Salvini e il progetto di federazione con FI: liste comuni nel 2023
Dall’altro il legame sempre più stretto con Berlusconi obbliga Salvini a giocare anche la carta del Cavaliere come candidato del centrodestra al Quirinale. Anche se sul punto è cauto: «Non è Salvini – dice al Giornale – a decidere il futuro di Draghi, per il momento spero continui a fare il presidente del Consiglio perché lo sta facendo bene. Se poi desiderasse fare il presidente della Repubblica, sarei il suo primo sostenitore. Ma ora sono discorsi prematuri». Non è prematuro secondo lui, invece, il progetto di federazione che ha in mente. «Credo e spero entro giugno di arrivare alla federazione delle forze di centrodestra, almeno di quelle che sostengono il governo Draghi. Tutte». E ribadisce che la federazione (non un’annessione di Forza Italia dunque) non comprenderebbe FdI. «Mi sembra difficile – afferma Salvini – federare forze di maggioranza e di opposizione. Ma io dico che abbiamo il dovere di creare con tutti liste comuni nel 2023. Tutti insieme nel maggioritario, scegliendo candidati comuni a tutto il centrodestra, poi ciascuno farà la sua gara nel proporzionale e lì esprimerà la propria identità».
Meloni vede Draghi che la legittima come opposizione responsabile
Giorgia Meloni intanto non se ne sta a guardare. Ieri ha parlato col premier di riaperture e di ripresa economica. Un colloquio che legittima un’opposizione credibile e responsabile. E a seguito del colloquio con il premier il Giornale nel suo commento odierno arruola Giorgia Meloni tra i fan di una candidatura Draghi al Quirinale. “Meloni – commenta il quotidiano – non vede affatto male una possibile candidatura di Draghi. Per il rapporto di stima e rispetto reciproco che i due hanno instaurato, ma anche perché la leader di Fratelli d’Italia sa benissimo che se il centrodestra dovesse vincere le prossime politiche, l’Ue sarebbe pronta a mettersi di traverso. Una rincorsa che va avanti da mesi e che, questa è la convinzione di tutti dentro Fratelli d’Italia, al più tardi dopo l’estate si concluderà con il sorpasso”.
Meloni e la prospettiva di Draghi al Quirinale
“Meloni – continua Il Giornale – si muove esattamente in questa prospettiva e sa bene che se dovesse essere lei a prendere più voti e, dunque, ambire a Palazzo Chigi, non le basterebbe il profilo internazionale che – con molta lungimiranza – si è andata costruendo in questi ultimi anni. Un percorso culminato con l’elezione a presidente del partito dei Conservatori e riformisti europei, a cui aderiscono il Conservative Party di Boris Johnson e il Republican Party di Donald Trump. L’ombrello di Draghi – e della considerazione che ne hanno all’estero (e soprattutto a Bruxelles) – sarebbe fondamentale in uno scenario in cui la Meloni ambisce a Palazzo Chigi”.