Migranti, Draghi bacchetta l’Ue: «L’accordo di Dublino è superato. L’Italia non va lasciata sola»
C’è luce in fondo al tunnel. A dirlo è Mario Draghi, intervenendo alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo dei prossimi 24 e 25 giugno. «Secondo le proiezioni della Commissione Ue – dice in riferimento alla situazione economica – nel 2021 e nel 2022 l’Italia crescerà rispettivamente del 4,2 e del 4,4 per cento». In linea con il resto dell’Eurozona. In verità, il premier confida in performance ancora più lusinghiere. E infatti aggiunge: «Molti degli indicatori che abbiamo a disposizione ci indicano che la ripresa sarà ancora più sostenuta». Draghi si riferisce ai dati di maggio relativi alla fiducia di imprese e consumatori. «Sono in marcato aumento», dice.
Draghi ha parlato alla Camera
E anche il commercio estero «è ripartito» con le esportazioni che fanno registrare un incremento (+ 7,4 complessivo) anche rispetto a due anni fa, epoca pre-Covid. Così come fa ben sperare l’1,8 per cento in più di produzione industriale di aprile su marzo. «Insomma – ne ha concluso il premier -, la fiducia sta tornando». Bilancio, invece, decisamente in rosso sulle politiche migratorie. Seppure in maniera felpata, Draghi denuncia la situazione di isolamento in cui l’Italia si trova nella fase di accoglienza dei migranti. A chi tra i partner Ue spiega tutto con il Regolamento di Dublino, convenzione che Draghi ritiene del tutto superata poiché «concepita in una diversa fase storica». Infatti, sottolinea, è «adatta a gestire numeri contenuti». Superarla è esigenza riconosciuta da tutti in Europa. Solo a parole, però.
«Italia impreparata davanti al Covid»
A giudizio di Draghi, occorre invece «un’alternativa di lungo periodo, per fare in modo che nessun Paese sia lasciato solo». In tal senso, tuttavia «molto ancora resta da fare». Buoni i numeri sulla campagna vaccinale, con il 30 per cento della popolazione adulta che ha già completato il ciclo. Nel frattempo, dall’app del ministero della Salute stanno già arrivando i Green pass che dal 1° luglio prossimo consentiranno di viaggiare tra i Paesi Ue. Ma il virus è anche l’occasione per assestare un calcio negli stinchi al suo predecessore Conte. «L’Italia, come tanti altri Paesi – ha infatti rimarcato Draghi -, si è trovata impreparata all’arrivo del Covid. Non possiamo permettere che questo accada di nuovo». E neanche, aggiungiamo noi, confermare il ministro Speranza.