Palamara, il gup: intercettazioni utilizzabili. I legali: ricorso in Cassazione e alla Corte Europea

17 Giu 2021 20:11 - di Roberto Frulli
palamara castelli

Le intercettazioni del procedimento a carico dell’ex-consigliere del Csm Luca Palamara, imputato per varie ipotesi di corruzione, sono utilizzabili secondo il gup di Perugia Piercarlo Frabotta. Che ha respinto anche la richiesta della difesa di Palamara di disporre una perizia sul server a Napoli di Rcs, la società che ha fornito ai magistrati gli apparati e i programmi per svolgere le intercettazioni a carico dell’ex-pm. Perizia a cui si erano opposti i pubblici ministeri della Procura di Perugia Mario Formisano e Gemma Miliani, guidati da Raffaele Cantone.

Ma la questione è tutt’altro che chiusa. I difensori di Palamara hanno già annunciato che andranno fino in fondo: “Ricorreremo nelle sedi opportune, in Cassazione e alla Corte Europea”  avvertono i legali dell’ex-potente consigliere del Csm.

Nel corso dell’udienza di questa mattina al Centro Capitini erano stati sentiti in aula gli esperti del Cnaipic della Polizia Postale che hanno eseguito accertamenti irripetibili su venti file, riferibili al trojan sul telefono dell’ex-consigliere del Csm, tuttora presenti sul server.

La questione riguarda il fatto che, ufficialmente, il server di intercettazione si sarebbe dovuto trovare fisicamente negli uffici della Procura di Napoli ma, poi, si è scoperto che, in realtà, si trovava negli uffici di Rcs. Non solo. C’è un altro aspetto delicato sollevato da Palamara e dai suoi difensori.

L’intercettazione, ad un certo punto, è terminata. Ma è venuto fuori che il server avrebbe continuato a registrare. Una circostanza implausibile che ha messo in allarme i legali dell’ex-consigliere del Csm inducendoli a presentare la richiesta di una perizia. Che, tuttavia, oggi il gup non ha accordato.

“Prendiamo atto della decisione del giudice. Restiamo in attesa degli accertamenti definitivi da parte della Procura di Firenze. La battaglia per la verità anche sul trojan continua. Ricorreremo nelle sedi opportune, in Cassazione e alla Corte Europea“, annuncia all’AdnKronos l’ex capo dell’Anm Luca Palamara,

L’8 luglio prossimo inizierà la discussione quando a prendere la parola sarà, appunto, la Procura.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *