“Professore, si è sbagliato”: Sallusti inchioda Galli sulle riaperture. E lui perde le staffe (video)
“Professore, si è sbagliato”. Siparietto spassoso tra il direttore di Libero, Alessandro Sallusti e il professor Massimo Galli del Sacco di Milano. Ospiti della Gruber ad Otto e mezzo su La7 , argomento le riaperture e l’Italia prossimamente tutta “in bianco”. Il direttore non si lascia sfuggire l’opportunità di strapazzare il professore annoverato nella schiera dei catastrofisti del Covid. Ostile alla “liberazione” dettata dalle riaperture graduali dal 26 aprile ad oggi. Faceva previsioni pessimistiche, inutile che lo neghi. Per cui Sallusti lo stuzzica, visto che i numeri del Covid ci stanno facendo ben sperare. “Ci faceva un certo effetto, professore, vedere uno scienziato che non credeva nella scienza e nell’efficacia dei vaccini”. E in effetti le infauste previsioni di Galli durante una fase vaccinale che stava progressivamente avanzando erano sembrata fuori dalla realtà.
Riaperture, Sallusti “provoca” Galli sulle sue infauste previsioni
Sallusti lo provoca con garbo: “Non vedeva, professore, che dove i vaccini erano arrivati prima, all’estero, i risultati erano stati velocissimi?”. Ci si è messa pure la Gruber, che ha chiesto a Galli se non fosse il caso di fare mea culpa. Apriti cielo. Il carattere fumantino del professore ben noto è uscito fuori. Si stizzisce non poco: “Ho facoltà di rispondere? Scienza era considerare che in quel momento avevamo 30 milioni di dosi in meno rispetto alla Gran Bretagna. Scienza era considerare che i tempi di risposta in Gran Bretagna erano stati diversi”. Ancora: “Scienza era considerare che avevamo tra i piedi una variante inglese diventata dominante: con il rischio di vedersi aumentare molto il ruolo di altre varianti”. Ha concluso, quindi, la sua autodifesa così: “Scienza era il fatto che ci mancava una quantità veramente importante di anziani e fragili da vaccinare. E scienza era non avere ancora i 500mila vaccinati al giorno”.
Sallusti insiste Galli perde le staffe
“Professore, tutto vero ma lei si è sbagliato”, taglia corto Sallusti. Insomma, un “mea culpa” mascherato. E qui Galli perde le staffe e si impermalosisce di brutto: “Se volete mettere la mostrina dicendo che le previsioni che avevamo, non solo io, erano diverse da quello che poi è accaduto, perdonatemi; ma non cercate di fare in modo di far pensare che io sia rammaricato. Io sono felice che le cose siano andate bene. Ma l’atteggiamento di una parte importante di coloro che dovrebbero tutelare il Paese è facilone”. Nell’acme dll’arrabbiatura Galli non rinuncia ad accusare comunque qualcuno di faciloneria. La cosa buffa che gli fa notare Sallusti è che ha dato del “facilone” al premier. “Ma si riferisce al premier Draghi? L’ha presa lui la decisione”, gli ricorda infatti il direttore di Libero. Al che Galli si arrampica sugli specchi e si contraddice: “Non mi riferisco affatto al premier Draghi: la decisione l’ha presa lui, ha avuto anche molta fortuna e sono molto felice di questo”.
Galli fa il piagnisteo. “I giornali di destra mi hanno dato del catastrofista”
Galli pensava di essersela cavata con le dichiarazioni rilasciate al Corriere: “Il mio è un compiaciuto stupore perché in Italia i numeri dell’epidemia sono in netto miglioramento, al di là delle più rosee aspettative. Con le riaperture c’era un 10% di probabilità che le cose seguissero questa via: ma alla fine è andata bene e ne sono davvero felice”. “I vaccini stanno facendo da scudo per morti e ricoveri, hanno spostato gli equilibri più velocemente di quanto mi aspettassi”, aveva dichiarato ancora Galli. Respingendo l’accusa di fare il menagramo: “Io catastrofista? Respingo questa definizione. Direi che per motivi molto politici e poco nobili questa etichetta è stata appiccicata addosso a me e ad altri miei colleghi dai giornali di destra”. Piagnisteo a parte, comunque la metta, professore, ha sbagliato.