Quei 7 schiaffi (diplomatici) a Di Maio: dal Sudan all’Uruguay, ecco come trattano il ministro degli Esteri
Ormai tanti italiani sembrano rassegnati, ma giova ricordare che Luigi Di Maio alla Farnesina segna il punto più basso della storia della diplomazia d’Italia. Sette dossier sulla scrivania del ministro degli Esteri sono la certificazione di un fallimento che aspetta interventi drastici.
Di Maio agli Esteri e quella figuraccia su Chico Forti
Il ceffone più sonoro è stato inflitto dal governatore della Florida Ron DeSantis. Le origini italiane non hanno significato sconti per Chico Forti. Luigi Di Maio alla vigilia di Natale girò il video che si è rivelato ingannevole. Da ministro degli Esteri dell’allora governo Conte diede per fatta l’estradizione. Invece neanche per sogno. Sei mesi dopo. Anzi, gli Usa neanche ci rispondono, come ha rivelato il ministro della Giustizia Marta Cartabia.
La drammatica morte di Luca Ventre, il giorno di Capodanno davanti all’ambasciata italiana in Uruguay, è una altra pagina vergognosa della diplomazia italiana. Alzare la voce sarebbe doveroso, ma come hanno raccontato anche i parenti dell’italiano ammazzato dalle guardie di sicurezza, dal ministro grillino non un solo cenno.
Marco Zennaro ancora in carcere in Sudan
Il continente africano non riserva maggiori soddisfazioni a Gigino. Il Sudan non ci degna di una risposta e trattiene da mesi nelle sue patrie galere l’imprenditore italiano Marco Zennaro. Era andato in Africa per trattare un affare, ma è stato arrestato come il peggiore dei delinquenti e sballottolato da una prigione all’altra, in condizioni disumane.
Del trattamento che l’Egitto riserva al nostro governo è quasi superfuo parlare. Giulio Regeni è stato ammazzato in un modo brutale e ogni volta il Cairo ci fornisce risposte che ormai sono offensive. Di Maio che fa? Come un personaggio comico dei Brutos degli anni 70, incassa schiaffi, con l’espressione del pugile suonato.
Di Maio, il peggior ministro degli Esteri di sempre
Casi meno rilevanti e meno noti arrivano anche dall’Iran. Alla suora italiana di 75 anni che da oltre vent’anni curava un lebbrosario nel Paese, non è stato rinnovato il visto. Una pericolosa cattolica che faceva proselitismo. Qualcuno ha avuto notizie di una reazione della Farnesina?
Dei pescatori trattenuti sistematicamente in Libia quasi inutile parlarne. Dopo trattative lunghissime tornano raccontando trattamenti disumani. La stessa Libia che Di Maio cerca disperatamente di blandire per non farci arrivare nuove ondate di immigrati. Affidare tutto allo “statista” di Pomigliano d’Arco è come far pilotare un Boeing a un boy scout. C’è solo da farsi il segno della croce.
C’è poi chi, come l’ambasciatore del Pakistan, anziché chiedere scusa per la drammatica uccisione di Saman da parte della famiglia pakistana in Italia, in diretta a Porta a Porta minimizza e tira invece in ballo la morte di un’altra ragazza, la diciottenne Camilla dopo il vaccino. Una risposta strafottente che fa il paio con il silenzio del ministro grillino sulla vicenda. In Pakistan ci sono degli assassini che hanno agito impunemente sul suolo italiano. Se si vuole dare un segnale contro il femminicidio, oltre ai tweet e ai post sui social, Di Maio intervenga attraverso i canali diplomatici come ministro degli Esteri. Il resto è la solita fuffa grillina.
Anche gli Emirati Arabi umiliano Di Maio: è guerra fredda
L’ultimo sonoro ceffone è arrivato nelle ultime ore dagli Emirati Arabi. Con l’Italia è una vera e propria guerra fredda, sotto il silenzio dei nostri media. L’8 giugno all’aereo con i giornalisti italiani che volava verso Herat per l’ammaina bandiera è stato proibito lo spazio aereo degli Emirati. Tutto ciò che è italiano non può più transitare nel Paese. L’Italia raccoglie quello che ha seminato prima nella Commissione Esteri della Camera e poi alla Farnesina. Gli emiratini sono infatti furibondi per lo stop di gennaio voluto dai grillini e dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, alle esportazioni di armi per il coinvolgimento del Paese nella guerra nello Yemen.
Come scrive Analisi Difesa, “oggi subiamo una rappresaglia che ridicolizza l’Italia ma potrebbe anche andare peggio perché Abu Dhabi, oltre a stracciare i contratti commerciali per il made in Italy in settori diversi dalla Difesa, potrebbe anche imporci di lasciare la base aerea di al-Minhad complicando non poco la logistica del ritiro dall’Afghanistan”.
Sette ceffoni al ministro degli Esteri Di Maio, ma anche all’Italia. Ieri notte, il peggior ministro degli Esteri della storia d’Italia ha postato la foto dell’Italia calcistica vittoriosa contro la Turchia. Una vittoria ottenuta a poche centinaia di metri dalla Farnesina. All’Olimpico, per fortuna, le sorti italiane non dipendono da Gigino.