Rai, rebus presidenza. Letta lancia un volto “nuovo”: Giovanna Melandri. Il M5S ricicla la Gabanelli
Idee confuse nei partiti sulle prossime nomine Rai. Gli stessi che avevano applaudito Fedez invocando una tv pubblica senza ingerenze partitocratiche già mettono in campo i loro candidati alla presidenza. Il nome del successore di Marcello Foa, infatti, necessita del nulla osta della commissione di Vigilanza. Quindi Mario Draghi non potrà avocare del tutto a sé il dossier Rai.
Rai, il totonomi per la presidenza
Del totonomi per la presidenza parla oggi La Verità. “La figura di maggior garanzia risulta Ferruccio De Bortoli, più volte chiamato in causa e altrettante volte chiamatosi fuori, però ancora al primo posto delle liste istituzionali (ma se il centrodestra non lo votasse compatto rischierebbe il ko)”.
Rai, il Pd lancia in pista l’ex veltroniana Giovanna Melandri
Enrico Letta invece vuole assolutamente una donna e accanto al nome di Milena Gabanelli, il cui principale sponsor è Luigi Di Maio, avanza anche la candidatura di Giovanna Melandri. “Quest’ultimo nome – commenta La Verità – è risuonato come qualcosa di vintage, che rappresenta una stagione di inaugurazioni e prefazioni, quella della canzone popolare di Romano Prodi e Walter Veltroni alla quale Letta si rifà con reducistica nostalgia da happy few. Quattro volte ministro con il centrosinistra (due volte con D’Alema, una con Amato e una con Prodi), Melandri è da nove anni scomparsa dalle prime pagine ma non dai vernissage romani ai quali partecipa da presidente del Maxxi, il museo d’arte moderna della capitale. Il ritorno della Melandri ha provocato un fremito cultural nel démi-monde radical con maggiordomo ai Parioli (e anche a Montenapo), ma non ha suscitato nessuna alzata di sopracciglia nel coworking grillino, che ai tempi di lady Giovanna non era ancora nato”.
Gianni Letta spinge per Simona Agnes
Gianni Letta, infine, “che in queste partite ha sempre buone carte, sta portando avanti la candidatura di Simona Agnes, figlia di cotanto padre, lanciata e al tempo stesso frenata dal cognome che a sinistra evoca immediatamente melliflue strette di mano democristiane”.
L’assemblea dei soci rinviata a metà luglio
In ogni caso se ne parla tra un mese: l’assemblea dei soci, convocata in prima battuta l’8 giugno e in seconda il 14, è stata rinviata al 30 giugno in prima convocazione e al 12 luglio in seconda. Questo significa che fino a quest’ ultima data, la tv di Stato non avrà una nuova governance. Il tempo per mediare tra le aspirazioni dei partiti e per far sì che Mario Draghi individui il nome del nuovo direttore generale.