Rivolta di virologi e chef contro la norma dei 4 a tavola al ristorante: «Assolutamente ridicola»
Un «eccesso di cautela», una «regola insensata» e «assolutamente ridicola», un’ipotesi calata dall’alto sulle Regioni, che si dicono contrarie. In vista del tavolo tecnico di oggi, continuano a sollevarsi le voci di chi, tra virologi, esponenti del mondo della ristorazione e politici si oppone al limite previsto dal governo di 4 persone non conviventi sedute a tavola al ristorante.
Il limite dei 4 a tavola al ristorante? «Ridicolo»
«Continuano le folli misure restrittive, utili solo a danneggiare ulteriormente l’economia», ha commentato Giorgia Meloni, tra le prime voci a farsi sentire sulla restrizione, che è stata al centro anche di uno scontro in seno al governo. Oggi sulla questione è tornata l’immunologa Antonella Viola, per la quale «con il 20% degli italiani vaccinati e la bassa circolazione del virus che c’è adesso», la misura appare come «un eccesso di cautela». «Se 6 persone vaccinate vogliono andare a cena, che problema c’è? Sarebbe meglio dire che a un tavolo ci devono essere al massimo 4 persone non vaccinate. Forza, un po’ di fiducia in questi vaccini!», ha dunque esortato l’esperta. Ancora più tranchant la microbiologa del sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, che ha parlato di provvedimento «assolutamente ridicolo». Piuttosto, ha esortato Gismondo, si punti a «responsabilizzare la gente per evitare di assistere a un “liberi tutti”».
Antonello Colonna: «Quanto pressapochismo!»
Per lo chef Antonello Colonna, sentito dall’agenzia di stampa Adnkronos, «la regola dei quattro posti a tavola non ha più senso, così come non aveva senso la riapertura dei ristoranti soltanto all’esterno». «Sono d’altronde insensate – ha aggiunto – molte regole che penalizzano soltanto alcuni settori, come bar e ristoranti, a fronte dell’affluenza massiccia, ad esempio ieri sui Navigli, di tanta gente, anche senza mascherina». «Per non parlare dei mezzi di trasporto, come sempre pieni, e degli stadi riaperti». «Esiste una buona dose di pressappochismo – ha sottolineato lo chef – in questo genere di disposizioni». «Cosa cambia fra due tavoli vicini fra loro con quattro persone ciascuno e un tavolo da otto? Si può davvero credere che i commensali siano delle statuette che non si alzano mai e che quindi non entrano in contatto fra loro?», ha quindi chiesto lo chef, ribadendo però che «intanto, finché ci sono, le regole si devono rispettare».