Tre contro uno, giusto per chiarire la conduttrice, Lilli Gruber, da che parte stava
. Si parlava di Saman, la ragazza pachistana quasi certamente uccisa dai parenti
perché si ribellava a un matrimonio combinato, in studio
Daniela Santanché, che sui diritti delle donne islamiche da anni conduce battaglie a rischio della propria pelle. Peccato che le sia stato quasi impedito di affermare la verità più semplice, quella che la sinistra non vuole riconoscere: quella famiglia di immigrati voleva vivere, in Italia, secondo le regole dell’Islam integralista, quello di Saman
non è stato un normale femminicidio, ma un attacco all’Occidente, al quale la povera ragazza guardava con interesse. A cercare di banalizzare il tutto a crimine isolato di qualche sconsiderato,
Antonio Padellaro, del
Fatto, Beppe Severgnini, del
Corriere della Sera, e la consigliera pachistana del Pd a Reggio Emilia,
Marwa Mahmoud. Tutti e tre con la stessa tesi: non buttiamola in politica. E la Mahmoud a sottolineare che l’Ucoii ha “lanciato” una fatwa contro i matrimoni combinati. Una fatwa? Cos’è? Che c’entra con la legge italiana? Che valore ha rispetto al nostro ordinamento? Come si può invocare l’applicazione di una fatwa invece che della legge italiana?, si è chiesta la Santanché.