Sindaci, Lega e FI “distratti” dalla federazione. Meloni: «Basta rinvii. Io voglio vincere»
Nel centrodestra abbottonato sulle candidature nelle grandi città, è ancora una volta Giorgia Meloni a farsi carico di tenere vivo il filo diretto con gli elettori. Stando agli impegni di una settimana fa, oggi sui sarebbe dovuto tenere il vertice divisivo. L’appuntamento ha subito invece un altro rinvio a questo fine settimana. Sperando che sia l’ultimo. «Il rinvio non lo capisco più», avverte infatti dagli studi di Fuori dal coro, su Rete4. Su Roma la leader di Fratelli d’Italia è attestata sul nome di Enrico Michetti: «È forse il più profondo conoscitore di amministrazione pubblica», dice. Il centrodestra, però, continua a nicchiare. E sul timing regna ancora incertezza da parte degli alleati.
La Meloni ospite stasera a Fuori dal coro
«Hanno detto che prima ci sarà la riunione sulla federazione del centrodestra, che credo sarà domani, poi ci vedremo – riferisce la Meloni -. Ma credo che la priorità sia scegliere i candidati e partire con la campagna elettorale. Io voglio vincere, ma inizio a non capire più questo continuo rimandare». I candidati nelle grandi città non è l’unico argomento toccato a Fuori dal coro. La presa di posizione della vicepresidente Usa Kamala Harris contro l’immigrazione illegale ha riportato d’attualità il tema dei migranti. «Quella italiana è una posizione stupida, perché irragionevole, che non cambia con l’avvento di Draghi», è il bruciante giudizio della leader di FdI.
«Governo stupido sui migranti»
Quel che è “stupido”, spiega è «pretendere che le altre nazioni facciano entrare gli immigrati che l’Italia fa entrare. Nessuno dotato di senno lo accetterà». Il risvolto della «immigrazione di massa» è la guerra tra poveri a tutto vantaggio di chi li sfrutta. «Non a caso – accusa – è sostenuta dalla speculazione finanziaria» E la sinistra italiana le fa da palo. «Quando fu fatta la norma Bellanova – ricorda la Meloni – non ci dissero che nei campi c’erano già gli specializzati stranieri stagionali contrattualizzati al solo scopo di regolarizzare gli irregolari che entravano». Quanto alle responsabilità sulla pandemia, la risposta è diplomatica. «Se si dimostrasse il dolo, la Cina dovrebbe pagare, io non ho le risposte, ma continuerò a farmi la domanda».