Troppi Galli a cantare e i giovani sono stati lasciati in balìa delle contraddizioni dei virologi
La drammatica scomparsa di Camilla Canepa, la 18 enne di Sestri Levante deceduta a seguito della vaccinazione volontaria con AstraZeneca ha riacceso le polemiche e il dibattito su rischi e benefici del vaccini anglo-svedese, sugli effetti collaterali e le fasce di età che portano alle trombosi come nello sconvolgente caso della giovane ligure.
Dopo la tragedia di Camilla, sono ricominciate le diatribe pubbliche che sanno di parole sterili tra virologi e scienziati, le quali hanno acceso di nuovo il faro sulla questione vaccini. Una comunicazione surreale che ha visto il susseguirsi di dichiarazioni contrastanti da parte dei virologi star che pontificano ormai ogni giorno in tv.
Si pensi ad esempio al professor Crisanti che il 7 Aprile affermava “Astrazeneca alle donne giovani lo consiglierei senza dubbio, è tra i più sicuri al mondo” e il 10 giugno si smentisce dicendo “Open day con Astrazeneca ai giovani da Repubblica delle banane”. Un altro esempio lampante in questo senso è riportato dal professor Galli, anche lui onnivora presenza della nostra tv che il 15 Aprile a la Repubblica diceva ‘più pericolosa una tac di Astrazeneca’ e l’11 Giugno in una trasmissione tv rimodula quel ‘modesto’ pericolo avvertendo: ‘Astrazeneca, sotto una certa fascia d’età non andava usato’.
La chiarezza che manca al governo e ai virologi
Contraddizioni che non si esauriscono e continui cambi di direzione che invece di chiarire lasciano zone d’ombra a livello mediatico.
Per chi ascolta o legge,oggi più che mai c’è bisogno di una comunicazione che sia risolutiva. La vita e la salute delle persone non possono essere in balia delle indecisioni e incertezze. C’è bisogno di parole precise, coerenti e logiche.
Lo stesso Cts deve avere la responsabilità in quanto carica istituzionale, non di proporre ma di dare linee inconfutabili e nette.
Frasi come “Orientamento”, “È consigliato”, “È fortemente raccomandato”, sono terminologie che non sono più accertabili dal punto di vista medico-scientifico in termini di indicazioni per la persona. La comunicazione degli scienziati e del Cts deve essere coraggiosa e chiara, ci deve essere un Si o un No, non è accettabile che vengano prese decisioni a posteriori di una tragedia per cercare di riadattare ciò che non si è stato in grado di comunicare con chiarezza prima.
Dopo mesi di decisioni non prese, il governo ha fatto marcia indietro su AstraZeneca.
Il coraggio di decidere e assumersi responsabilità
Ci vuole il coraggio, la lucidità delle proprie azioni nel dare le giuste notizie, nell’avere una comunicazione trasparente perché non esiste che una ragazza felice di poter fare il vaccino si presenti senza sapere quali siano i possibili rischi a cui va incontro.
Non è stata negligenza della giovane ma la colpa è la disinformazione di un paese dove nessuno si assume responsabilità.
Troppi giovani sono stati lasciati in balia di un rischio evitabile.
I nostri ragazzi stanno pagando a caro prezzo questa pandemia, hanno affrontato la non socialità, il perdersi, l’essere additati come untori e ora stanno pagando con il coraggio di essere liberi le Non risposte precise di istituzioni che non sanno decidere.