Tumore ai polmoni, chemio “light” e doppia immunoterapia la nuova strada per i pazienti
Il tumore ai polmoni è il cancro più comune al mondo. Ed è la principale causa di morte per cancro. Nel 2020 sono stati osservati al mondo circa 2,2 milioni di nuovi casi di carcinoma del polmone. Approssimativamente 1,8 milioni di morti. Il carcinoma polmonare non a piccole cellule corrisponde a circa l’80-85% di tutti i carcinomi al polmone. Nel decennio scorso, l’introduzione di terapie mirate ha migliorato il panorama terapeutico per i pazienti affetti da questa neoplasia. Ma non tutti i pazienti rispondono a queste terapie.
Pazienti colpiti da tumore ai polmoni: nuove speranze
Nuove strade per i pazienti colpiti dalla forma più comune di tumore ai polmoni, quella non a piccole cellule. Lo riporta un dettagliato servizio dell’Adnkronos. Una doppia immunoterapia a base di nivolumab più ipilimumab, associata a cicli limitati di chemioterapia (2 invece dei classici 4), riduce del 28% il rischio di morte. Inoltre, riduce del 33% il rischio di progressione della malattia. Il 38% dei pazienti che hanno ricevuto la duplice terapia immuno-oncologica in associazione con 2 cicli di chemioterapia, inoltre, era vivo a 2 anni rispetto al 26% di quelli trattati con la sola chemio. Sono i dati principali dello studio di fase 3 CheckMate -9LA, presentato da Bristol Myers Squibb (Bms) in una sessione orale del Congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco).
Neoplasia difficile da trattare
«Nel 2020 in Italia sono state stimate quasi 41mila nuove diagnosi di tumore ai polmoni». Lo afferma Cesare Gridelli, (azienda ospedaliera Moscati di Avellino). «È una neoplasia particolarmente difficile da trattare. Circa il 70% dei casi, infatti, è scoperto in fase avanzata. E la sopravvivenza a 5 anni per le persone con carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico non supera il 6%. Da qui l’importanza di nuove opzioni terapeutiche».
Il premio a Cesare Gridelli
Il primario del dipartimento di oncologia dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino, Cesare Gridelli, riceverà uno dei più importanti riconoscimenti scientifici: la B. J. Kennedy Award and Lecture for Scientific Excellence in Geriatric Oncology assegnata alle personalità che si siano distinte a livello mondiale nella ricerca, diagnosi e cura dei tumori negli anziani. Quello che l’Asco tributa a Cesare Gridelli è «il meritato riconoscimento per il suo eccezionale lavoro e la sua dedizione nella cura e nella ricerca scientifica». Lavoro «con l’intento di migliorare la vita di chi, in età avanzata, si ritrova a dover affrontare una diagnosi di tumore ai polmoni» si legge nelle motivazioni».