Uno studio accusa la Cina: le prime sequenze del Covid cancellate per nascondere l’origine del virus

24 Giu 2021 18:13 - di Francesco Severini

Il Covid non ha avuto origine nel mercato del pesce di Wuhan. Lo proverebbe la scoperta del ricercatore americano Jesse Bloom, del Fred Hutchinson Cancer Research Center. Bloom ha identificato sequenze del virus che risalgono all’inizio dell’epidemia di Covid-19 a Wuhan e che erano state rimosse deliberatamente dall’archivio delle sequenze dei National Institute of Health (Nih) americani.

Lo studio del ricercatore Jesse Bloom

Il ricercatore, come si legge su Biorxiv (che raccoglie gli articoli non ancora vagliati dalla comunità scientifica) e anche sul sito della rivista Science, ha recuperato i file cancellati da Google Cloud e ricostruito le sequenze parziali di 13 virus dei primi tempi dell’epidemia.

Cancellate deliberatamente le prime sequenze virali

Secondo Bloom un gruppo di ricercatori cinesi avrebbe raccolto campioni di virus dai primi malati di Covid-19 a Wuhan, pubblicato le sequenze virali sulla banca dati americana Sequence Read Archive e le avrebbe rimosse qualche mese più tardi “per oscurarne l’esistenza”. Bloom dice di aver chiesto ai ricercatori cinesi dell’ospedale universitario Renmin di Wuhan il perché della rimozione dei dati dal database americano, senza però ottenere risposta.

Si rafforzano i sospetti sulla Cina

Per alcuni ricercatori, si legge sul sito della rivista Science, queste affermazioni rinforzano i sospetti sul fatto che la Cina abbia qualcosa da nascondere sulle origini della pandemia, mentre per molti altri fanno molto rumore per nulla, perché i ricercatori cinesi hanno pubblicato più tardi le informazioni sul virus in una forma diversa e le sequenze di virus ora recuperate aggiungono ben poco a ciò che già si sa sulle origini di questo coronavirus.

Il virologo: il ritrovamento delle sequenze fa capire che l’origine non è nel mercato del pesce, ma nei pipistrelli

Il virologo Francesco Broccolo commenta con l’Ansa lo studio di Bloom e osserva che “non vi è alcun motivo scientifico per rimuovere da una banca dati delle sequenze di virus già depositate”.

“Il ritrovamento delle sequenze di SarsCov2 depositate e poi omesse getta sempre più dubbi sull’origine naturale di questo virus nel mercato del pesce”, precisa. E rafforza l’ipotesi dell’origine umana, cioè nel famoso laboratorio di Wuhan.

A Wuhan si lavorava sui pipistrelli

Perché? Perché le 13 sequenze ricostruite dal ricercatore americano “presentano delle mutazioni che rendono il virus molto piú somigliante al coronavirus del pipistrello e invece non sono presenti nel SarsCov2 che si è diffuso successivamente con l’epidemia. Dunque perché sono state rimosse queste sequenze? Sembra che non si voglia far capire che l’origine del virus sia nel pipistrello”. E guarda caso nel laboratorio di virologia di Wuhan “da quasi un anno si lavorava sul coronavirus del pipistrello”.

E’ possibile, secondo l’ipotesi avanzata da Broccolo, “che in laboratorio si sia ‘forzato’ l’isolamento del coronavirus del pipistrello su colture di cellule umane. In questo modo il virus sarebbe mutato in modo tale da riuscire a entrare nelle cellule umane”. Le 13 sequenze virali rimosse sarebbero una sorta di “variante-ponte” tra il coronavirus del pipistrello e quello poi che si è diffuso nell’uomo.

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