Covid, gli anticorpi di chi ha contratto il virus durano nove mesi. Anche negli asintomatici
Gli anticorpi di chi ha contratto il Covid durano 9 mesi, sia nei sintomatici che negli asintomatici. Lo certificano i dati che la rivista Nature Communication ha pubblicato. Dati relativi all’indagine di Vo’ Euganeo condotta dal gruppo di Andrea Crisanti, dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Imperial College di Londra.
Il 98,8 delle persone infette ha gli anticorpi per circa 9 mesi
Secondo i nuovi dati ottenuti analizzando i livelli anticorpali nei soggetti risultati positivi nella prima indagine eseguita sulla popolazione di Vo’ Euganeo il 98,8% delle persone infette a febbraio/marzo ha mostrato livelli rilevabili di anticorpi anche a novembre.
Lo studio – sottolinea Ansa.it – è stato eseguito utilizzando tre diverse tipologie di test che rilevano diversi tipi di anticorpi. I quali rispondono a diverse parti del virus. I risultati hanno mostrato che mentre tutti i tipi di anticorpi hanno mostrato un certo declino tra maggio e novembre, il tasso di decadimento era diverso a seconda del test.
La risposta immunitaria non dipende dalla gravità dell’infezione
“Non abbiamo trovato prove che i livelli di anticorpi tra le infezioni sintomatiche e asintomatiche differiscano significativamente, ciò suggerisce che la forza della risposta immunitaria non dipenda dai sintomi e dalla gravità dell’infezione”, ha detto Ilaria Dorigatti, dell’Imperial College e prima autrice dello studio. Si evidenzia però che i livelli di anticorpi misurati varia, a volte anche sensibilmente, a seconda del tipo di test utilizzato: “Ciò significa che è necessaria cautela quando si confrontano le stime dei livelli di infezione in una popolazione ottenuta in diverse parti del mondo con test diversi e in tempi diversi”, ha aggiunto Dorigatti.
Non tutti gli infetti sono altamente contagiosi
Lo studio conferma inoltre la grande variabilità nei processi di diffusione tra soggetto e soggetto . Lo studio ha verificato che la maggior parte delle infezioni non genera ulteriori contagi. Gran parte dei casi scaturisce da pochi singoli pazienti particolarmente contagiosi. Le grandi differenze nel modo in cui una persona infetta può infettare gli altri nella popolazione suggeriscono che i fattori comportamentali sono fondamentali per il controllo dell’epidemia. Il distanziamento fisico, oltre a limitare il numero di contatti e indossare la maschera, continuano ad essere importanti per ridurre il rischio di trasmissione della malattia, anche in popolazioni altamente vaccinate.