Cuba, rivolta popolare contro il regime: “Senza cibo e medicine, il Covid ci sta ammazzando come mosche”
Migliaia di persone in piazza a Cuba per quelle che vengono descritte come le manifestazioni più vaste da decenni. Al grido di “libertà” e “yes, we can”, di “Patria e vita” – titolo di una canzone contro il governo – e “Abbasso la dittatura!”, in migliaia sono scesi in piazza da L’Avana a Santiago de Cuba. Un’ ‘esplosione’ del malcontento diffuso per le denunciate difficoltà economiche nel mezzo della pandemia di coronavirus.
In piazza all’Havana contro il regime al grido “Libertà”
Ieri le proteste sarebbero cominciate a San Antonio de los Baños, poco lontano da L’Avana, per dilagare rapidamente con i dimostranti che hanno diffuso immagini delle manifestazioni su Facebook Live. La mobilitazione ha portato Miguel Díaz-Canel a fare appello ai “rivoluzionari” di Cuba a scendere in piazza. “Siamo pronti a tutto – ha detto in un discorso alla nazione, durante il quale ha accusato gli Stati Uniti di aver fomentato la popolazione – Combatteremo per le strade”.
Secondo testimoni la sicurezza ha usato i lacrimogeni per disperdere le folle e decine di persone sarebbero state fermate, altre sarebbero rimaste ferite in scontri tra la sicurezza e sostenitori del governo con i manifestanti scesi in piazza per protestare.
I cubani chiedono la fine di 62 anni di dittatura
Noel Alonso Ginoris, 26 anni, scrittore, tra i protagonisti del Movimento San Isidro, ha detto di “non aver mai assistito a una protesta simile” nella sua vita. Si è unito alla mobilitazione a L’Avana alle 13 di ieri dopo aver visto i video delle manifestazioni in altre aree di Cuba e nel centro della città, ha raccontato di essere stato testimone di scontri tra manifestanti e una cinquantina di sostenitori del governo. “E’ stato allora che sono iniziate le tensioni”, ha affermato, riferendo dei disordini fino all’intervento della polizia, di “scene da film”, di un uomo “arrestato per aver gridato ‘libertà'”.
L’Associated Press ha dato notizia di un’aggressione da parte di sostenitori del governo a un suo cameraman, con la telecamera messa fuori uso, e di un fotografo dell’agenzia ferito dalla polizia. José Miguel Vivanco di Human Rights Watch ha confermato che l’organizzazione ha ricevuto segnalazioni di almeno 20 persone arrestate e di denunce di violenza da parte della sicurezza. Da L’Avana il giornalista cubano Abraham Jiménez Enoa ha twittato: “Cuba è un’isola governata dai militari da 62 anni. Oggi non ci sono cibo né medicine e le persone muoiono come le mosche a causa del Covid. La gente è stanca”. Su Twitter gli hashtag per Cuba, #SosCuba e #SosMatanzas.
Cuba, esplosione di casi di Covid: la strage continua
Dal Dipartimento di Stato Julie Chung ha invitato alla “calma”. “Siamo profondamente preoccupati per gli ‘appelli a combattere’ a Cuba – ha twittato – Sosteniamo il diritto del popolo cubano alla riunione pacifica. Facciamo appello alla calma e condanniamo ogni violenza”. Dal ministero degli Esteri di Cuba Carlos Fernandez de Cossio ha replicato che “Cuba è e continuerà a essere un Paese pacifico, al contrario degli Stati Uniti”. “Il Dipartimento di Stato Usa e i suoi funzionari, coinvolti fino al collo nella promozione dell’instabilità sociale e politica a Cuba, dovrebbero evitare – ha accusato – di esprimere preoccupazioni ipocrite per una situazione su cui hanno scommesso”.
Ieri Cuba ha segnalato 6.923 nuovi casi confermati di coronavirus in 24 ore, mai così tanti secondo i dati ufficiali, e un triste record di 47 decessi. Secondo il ministero della Salute, dall’inizio della pandemia, sono in totale 238.491 i contagi e 1.537 le vittime a Cuba con poco più di 11 milioni di abitanti.