Dalla pace nel mondo al sostegno al gender: Conte presenta la “petalosa” Carta dei Valori M5s
È articolata in 15 punti e 5 sotto paragrafi la Carta dei valori del M5S che Giuseppe Conte ha anche inserito nell’articolo 2 dello Statuto che gli iscritti sono chiamati a votare il 2 e il 3 agosto sulla piattaforma Skyvote. In un lungo post su Facebook, il leader in pectore del Movimento ha postato il testo integrale, accompagnato da un video per spiegare quello che ha definito «un testo fondamentale per chiarire l’identità politica del nuovo Movimento» e che, in fin dei conti, è un lungo elenco di banalità, puntellato da qualche perla come il riconoscimento del gender come pilastro del rispetto della persona.
La «costellazione» del nuovo M5S
La Carte dei valori si apre con l’esigenza di chiarire l’identità del M5S, spiegando che «le cinque stelle che costellano il nostro orizzonte e orientano la nostra azione sono i beni comuni, l’ecologia integrale, la giustizia sociale, l’innovazione tecnologica e l’economia eco-sociale di mercato». Questi cinque punti si articolano in altrettanti paragrafi, nei quali si legge, per esempio, che per l’innovazione tecnologica «bisogna realizzare le condizioni affinché la ricerca scientifica si caratterizzi quale impresa intrinsecamente democratica, affidata a metodi, procedure, esperimenti riproducibili ovunque da parte di chiunque» e che per una economia eco-sociale di mercato «è fondamentale garantire la possibilità per i “consumatori” di assumere il ruolo di “consumautori”».
La Carta dei valori M5S tra gender e pace nel mondo
Il punto successivo riguarda il “rispetto della persona”. Qui si legge che «tra i diritti e le libertà fondamentali, va ricompreso il pieno diritto ad amare e ad essere amati, nel rispetto delle identità sessuali e di genere». Per garantire la “pace”, che dà il titolo al terzo punto, poi il M5S a guida Conte punta sul «multilateralismo» e su «stabilizzazione e sviluppo del Mediterraneo, affinché torni ad essere luogo privilegiato per lo scambio dei beni e per la condivisione e l’integrazione delle culture dei popoli che vi si affacciano».
Parola d’ordine: trasparenza. Tornano le dirette streaming?
Dopo aver parlato di “democrazia” e “politica come servizio”, poi, la Carta dei valori di Conte si sofferma sull’etica pubblica nella quale la «“responsabilità politica”, va tenuta distinta dalla responsabilità giuridica, in particolare penale». Quanto al “rispetto della legalità” Conte informa che «significa difendere tutti i cittadini onesti» e le loro imprese rispetto a «quelli che operano nel malaffare». Un paragrafo poi è dedicato a “trasparenza e semplificazione”. La prima«impone a tutti coloro che assumono incarichi di rilievo pubblico il dovere di rendere conto del proprio operato ai cittadini», la seconda «impone invece alla pubblica amministrazione di snellire e abbreviare i procedimenti». Non è chiaro se sia un invito a tornare alle dirette streaming delle riunioni, ma certo non sono citate.
Qualcosa non torna tra Carta dei valori e Statuto
La Carta dei valori di Conte si sofferma anche sulla “cittadinanza attiva”, che «è essenziale sollecitare» e «sostenere in tutte le sue iniziative», ovvero nelle «pratiche di “attivismo civico” mirate a rendere effettivi i diritti esistenti o a promuovere il riconoscimento di nuovi diritti, favorendo l’inclusione sociale di tutti i cittadini». Una delle critiche più aspre mosse al nuovo Statuto di Conte, però, ha riguardato l’azzeramento di fatto dei meet-up e la trasformazione del Movimento in una struttura verticistica. Insomma, va bene la cittadinanza attiva, ma senza esagerare con le commistioni.
La posizione illuminante sui diritti a salute, istruzione, lavoro
Si passa poi al tema dei diritti. Il diritto alla salute, all’istruzione, al lavoro articolati in principi rivoluzionari come il fatto che devono essere di qualità e garantiti a tutti. Capitolo “imprese responsabili”: «È assolutamente indispensabile che un’impresa si premuri delle conseguenze delle proprie attività sul piano dell’impatto ambientale, dei diritti e del benessere dei lavoratori», si legge nella Carta dei valori M5s, che poi si sofferma sul “principio di sussidiarietà”, sostanzialmente dandone una descrizione da manuale.
La cura delle parole
Il manifesto del nuovo M5S chiude infine con la “cura delle parole”, nella quale «le espressioni verbali aggressive devono essere considerate al pari di comportamenti violenti. La facilità di comunicare consentita dalle tecnologie digitali e alcune dinamiche innescate dal sistema dell’informazione non devono indurre a dichiarazioni irriflesse o alla superficialità di pensiero». E la domanda è: per la promozione di questo principio si partirà con Casalino che tiene corsi di cura delle parole ai pacatissimi sostenitori online del m5S?