Ddl Zan: al via la giostra degli emendamenti. Ma l’ostruzionismo FdI farà slittare tutto a settembre

20 Lug 2021 13:22 - di Michele Pezza
ddl Zan

Contrordine compagni: “Sul ddl Zan non si tratta”. È bastato un titolo sulla prima pagina del Corriere della SeraOmofobia, Letta apre al confronto») per far scattare l’allarme rosso al Nazzareno. Da qui la necessità di una nota esplicativa. «Non c’è nessun cambio di linea – vi si legge -. Sì al confronto in Senato. Nessun negoziato con Salvini. Per noi il testo Camera rimane il migliore». Una smentita che non smentisce, dal momento che rispecchia fedelmente quel che il Corriere aveva riportato. Ma che però la dice lunga sul nervosismo che comincia a serpeggiare in un Pd arroccato sulla linea, sempre più insostenibile, del “tutto o niente“.

A sinistra li hanno presentati Psi e Autonomie

Nel frattempo, alle 12, è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti. Come annunciato, Pd, M5S e Italia Viva non ne hanno presentati. Vi sono però quelli del socialista Nencini e quelli della frazione autonomista del gruppo Misto, forte di otto senatori. Insieme fanno nove voti che andranno presumibilmente ad aggiungersi a quelli di Lega, FdI e Forza Italia. Determinante resta perciò la pattuglia renziana. Una circostanza che rende ancora più palpabili i timori dem. A farsene interprete la capogruppo alla Camera Deborah Serracchiani. «Francamente – dice dai microfoni di Rai Radio 1 – credo che Italia Viva non possa continuare con questa tattica. Chi ha votato il ddl Zan a Montecitorio, lo voti anche al Senato». Ma siamo agli auspici. In Aula, al contrario, contano i numeri. E quelli sembrano scarseggiare. Come il tempo a disposizione.

Ddl Zan, è già corsa contro il tempo

Fratelli d’Italia procurerà in battaglia sin dalla discussione sulle linee generali. I venti senatori di cui disponesi sono già tutti iscritti a parlare e alla chiusura del Senato mancano solo tre settimane, che però si traducono in nove giorni “lavorativi“. Difficile che si possano impiegare per il ddl Zan quando v’è più d’un decreto in scadenza. Facile perciò che si vada a settembre. Tempo, dunque, per disporre il contrordine del contrordine Letta ne avrebbe a sufficienza. Tanto più che Salvini ha ripreso l’offensiva della trattativa. «Il dialogo – ha ribadito – è doveroso. Lo chiedono gli italiani, lo chiede il Santo Padre». Puntualizzazione opportuna, più che opportunistica. In un’altra vita il leader dem era cattolico. Hai visto mai…

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