Ddl Zan, respinta la pregiudiziale. Salvini e Renzi invitano al dialogo in un clima incandescente
“Martedì alle 12 scade il termine degli emendamenti sul ddl Zan“. Lo annuncia la presidente dei senatori Pd, Simona Malpezzi, al termine della capigruppo convocata per stabilire la road map del discusso provvedimento. La prossima settimana si dovranno fermare i lavori sul ddl Zan per l’approdo in Senato del dl Sostegni bis. E’ seguito poi il dibattito sulla pregiudiziale di costituzionalità illustrata dal senatore Simone Pillon della Lega. Al termine della discussione la pregiudiziale è stata respinta. Si riprenderà domani mattina con l’esame della richiesta di sospensiva e, infine, inizierà la vera e propria discussione generale.
“Siamo qui a discutere di questo ddl – ha detto Pillon – contro cui hanno alzato la voce non solo pericolose associazioni omofobe, ma anche tanti moderati. L’articolo 1 del ddl Zan viola l’articolo 3 della Costituzione come ha detto un insigne giurista del calibro di Giovanni Maria Flick in audizione” ma vi sono “molti altri problemi di costituzionalità”. “Chiedo ai colleghi” che sono a favore del ddl Zan “se sarà ancora possibile parlare contro il matrimonio dello stesso sesso o dichiararsi contrari alla maternità surrogata o se tutto questo sarà letto come istigazione alla discriminazione…”, dice Pillon spiegando che viene violato anche l’articolo 21 della Costituzione.
Il senatore di FdI Alberto Balboni ha attaccato il provvedimento: “Noi dovremmo andare a spiegare davanti al giudice il nostro stato d’animo, una cosa che avveniva in unione sovietica e nei paesi comunisti e con il nazionalsocialismo”. Balboni ha aggiunto: “Finiremo intanto nella gogna mediatica, sperando in un giudice che non sappiamo cosa deciderà”. Il risultato finale? “Si arriverà all’autocensura, al politicamente corretto ottenuto in questo modo” e “avremo una dittatura della minoranza sulla maggioranza”.
Matteo Renzi ha invitato la sinistra a trovare la strada del dialogo: “Ora siamo a un passo, a un centimetro e io qui ragiono di politica: o fate di quest’aula un luogo in cui gli ultrà si confrontano e non si porta a casa il risultato, perché il passaggio dello scrutinio segreto è difficile ed è un rischio per tutti, o ci si assume la responsabilità politica di trovare un accordo che è a portata di mano, è a un passo”.
Nel suo intervento Matteo Salvini ha invitato a superare gli steccati ideologici. “Qui – ha detto – non c’è un solo senatore che discrimina in base al sesso e se c’è è un cretino che non merita di stare dentro quest’aula”. Per Salvini è giusto aumentare le pene per chi aggredisce e insulta due ragazzi che si baciano. Ma occorre togliere dal ddl Zan gli articoli che creano divisione: teniamo fuori i bambini – ha esortato – e restituiamo ai genitori il diritto dovere di educare i propri figli. “Prendiamocela piuttosto con i paesi che prevedono il carcere o la pena di morte per gli omosessuali. Io non voglio fare affari con l’Iran. No, mi rifiuto”.