Ddl Zan, sondaggio di “Repubblica” scopre l’acqua calda: quella legge non scalda i cuori
“Aiuto mamma, mi si è ristretto il consenso“. Diamo atto a Repubblica di aver scoperto l’acqua calda e cioè che il ddl Zan “non scalda i cuori“. Come spiega Ilvo Diamanti, curatore del sondaggio, a differenza dei grandi temi del passato, recente e remoto, il dibattito sull’omotransfobia produce nella società «differenze», ma non «fratture». Ma va. E noi che credevamo il contrario. Con tutto il rispetto per l’illustre sociologo, non bisogna essere un Leonardo Da Vinci per capire che gli italiani hanno ben altre priorità. Ne citiamo tre a caso: pandemia, lavoro, scuola. Solo il Pd di Enrico Letta poteva immaginare che fosse invece la diffusione dell’ideologia gender tra i bambini delle elementari.
“Sì” in calo anche tra gli elettori Pd e 5S
Ma questa è un’altra storia, che chiama in causa direttamente il quotidiano di Largo Fochetti. Se il principale partito della sinistra è oggi una cosa senz’anima (e con sempre meno voti), lo si deve proprio all’ultraquarantennale “fiancheggiamento” di Repubblica, determinante nel dirottarlo dalla tutela del Quarto stato a quella del terzo sesso. Forse è anche per questo che il sondaggio esorta quel partito a non mollare la presa e a «non inseguire l’opinione pubblica». Un’esortazione che fa a cazzotti con il titolo del sondaggio: «La legge piace al 62%. Consensi in calo nel centrodestra». Ma il trucco c’è, e si vede pure. Basta passare infatti dal titolo al testo per rendersi conto che da maggio a luglio i “sì” al ddl Zan hanno l’andatura del gambero persino tra gli elettori del Pd (da 85 a 81 per cento) e tra quelli 5Stelle (da 87 a 81). Nettamente contrari (55 per cento) quelli che seguono le funzioni religiose. Ce n’è abbastanza per mettere i brividi a Repubblica.
Sorpasso dei “no” al ddl Zan tra i votanti di FdI e FI
Già, quanti saranno i favorevoli a settembre, periodo in cui il ddl Zan dovrebbe riprendere l’iter al Senato? Tanto più che il sondaggio evidenzia che tra l’elettorato di FdI e di Forza Italia il calo dei favorevoli ha favorito il sorpasso dei contrari. Questi ultimi, infatti, ammontano rispettivamente al 56 e al 51. E a breve sarà così anche in quello leghista, dove i sì al ddl Zan sono passati dal 60 al 51 per cento. Se ne deduce che gli elettori del centrodestra si stanno per allineare alla battaglia intrapresa dal loro schieramento. E quelli di sinistra? Parrebbe di no, a giudicare dal calo delle simpatie. «Bisogna spiegare bene la legge», prova a spiegare Diamanti. Ci permettiamo di obiettare: forse è proprio perché l’hanno capita bene che cominciano a prenderne le distanze. Con buona pace di Repubblica.