Ddl Zan, una proposta del Moige ci fa capire dove ci porterà l’ossessione per le minoranze
Prima o poi doveva accadere. È nell’evoluzione logica e coerente della premessa: se ogni minoranza merita una tutela rafforzata, non si può scinderle in quelle di Serie A e di Serie B. A ricordarlo, il Moige, associazione dei genitori italiani, che suggerisce di estendere il regime sanzionatorio previsto dal ddl Zan «a tutte le altre purtroppo ancora esistenti nel nostro Paese». E quindi, incalza il suo direttore generale Antonio Affinita, «sì al ddl Zan, a patto che non ci si dimentichi nessuna categoria». Non fa una grinza. Ma a quali discriminazioni si riferisce?
Il Moige: «Tutele rafforzate per tutti i discriminati»
L’elenco è lungo: «Quelle legate allo stato di salute, alla maternità, all’età, al peso, all’aspetto fisico, alle condizioni economiche, al sentimento religioso, alle proprie culture e convinzioni personali». Per completare il quadro aggiungeremmo anche i tifosi di calcio dei club minori, sicuramente minoranza rispetto a quelli di Juve, Inter, Milan e Napoli. Sistemata così, a occhio e croce, la lista conterrebbe più o meno l’intera umanità. Di sicuro, si farebbe prima a contare gli esclusi. Ma qui la questione s’ingarbuglia. E sì, perché la pretesa maggioranza – ad esempio donne e uomini bianchi, etero e cattolici – diventerebbe a quel punto minoranza e quindi a sua volta meritevole di tutela speciale. Il nodo, come si vede, si fa sempre più inestricabile.
Effetti aberranti
Anche perché coerentemente con le premesse del ddl Zan e contrariamente a quanto sostenuto dal Papa, il Moige la scuola la vuol coinvolgere. Come? Semplice: «Con giornate e progettualità contro tutte le discriminazioni». Anche qui non fa una grinza. Certo, ci sarebbe anche da trovare il tempo per insegnare qualcosa a scolari e studenti, attività messa a serio rischio dalla vastità dell’elenco dei discriminati da celebrare. Ma che cosa volete che sia di fronte all’obiettivo di dare a ciascuna minoranza la sua giusta tutela? Del resto, in una scuola fondata sull’inclusione le giornate contro le discriminazioni valgono ben più della didattica. Diversamente, come faremmo ad essere l’Italia che siamo.